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Terapia della reminiscenza

La terapia della reminiscenza è un approccio psicologico e riabilitativo che si fonda sull’evocazione e rielaborazione dei ricordi personali, con l’obiettivo di promuovere il benessere psichico, la continuità del sé e l’elaborazione affettiva dell’esperienza biografica. Nata nell’ambito della psicogeriatria, questa terapia si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento della depressione nell’anziano, anche in presenza di decadimento cognitivo lieve o comorbidità neurodegenerative.


Attraverso la narrazione, il dialogo o il supporto di materiali evocativi (fotografie, oggetti, musiche, profumi), il paziente è invitato a rivivere episodi significativi della propria vita, organizzandoli in un filo narrativo coerente che rafforza l’identità personale, il senso di continuità e il valore delle esperienze vissute.


L’intervento può essere condotto in modalità individuale o di gruppo, ed è applicabile sia in ambito ambulatoriale che residenziale. A differenza della semplice conversazione spontanea, la terapia della reminiscenza si basa su un setting strutturato, con obiettivi terapeutici specifici e una conduzione esperta da parte di psicologi, geriatri o educatori formati.

Basi teoriche e neuroscientifiche

La terapia della reminiscenza si fonda su modelli psicodinamici, narrativi e cognitivi dell’invecchiamento. Secondo Erikson, la fase finale della vita comporta il bisogno di integrare la propria storia personale, raggiungendo un senso di completezza e accettazione. Il recupero dei ricordi permette di elaborare i conflitti irrisolti, rafforzare la coesione del sé e affrontare il presente con maggiore consapevolezza.


Dal punto di vista neuropsicologico, numerosi studi dimostrano che nei soggetti anziani la memoria autobiografica rimane relativamente preservata, anche in presenza di un iniziale decadimento delle funzioni esecutive. In particolare, i ricordi con alta intensità emotiva o legati all’“età d’oro” dell’identità (tra i 10 e i 30 anni) sono facilmente accessibili e possono fungere da risorsa terapeutica.


La rievocazione strutturata dei ricordi attiva reti cerebrali limbico-frontali (in particolare corteccia mediale prefrontale, ippocampo e corteccia temporale mediale), favorendo la connessione tra memoria, affettività e senso di sé. Inoltre, è stata osservata una riduzione dei livelli di cortisolo e un miglioramento dell’umore dopo cicli regolari di terapia della reminiscenza.


In sintesi, ricordare e condividere il proprio passato non è solo un atto nostalgico, ma un processo psicobiologico con valore trasformativo e riparativo per l’identità della persona anziana.

Modalità applicative

La terapia della reminiscenza può essere applicata in differenti formati, a seconda degli obiettivi terapeutici e del contesto assistenziale. Le principali modalità sono:


In ambito depressivo, l’approccio più efficace è spesso quello strutturato e guidato, con durata variabile tra 6 e 12 settimane, in incontri settimanali di 45–60 minuti. Il contesto di gruppo, se ben condotto, offre anche il vantaggio del rispecchiamento e del sostegno sociale.

Indicazioni cliniche

La terapia della reminiscenza è indicata in una serie di condizioni tipiche dell’età senile, tra cui:


È particolarmente utile quando la verbalizzazione spontanea è mantenuta, ma l’energia vitale, la motivazione e la progettualità risultano compromesse. In questi casi, la narrazione biografica riattiva un senso di valore, continuità e agency personale.

Evidenze di efficacia

Numerose metanalisi e studi controllati hanno documentato l’efficacia della terapia della reminiscenza nella riduzione dei sintomi depressivi nell’anziano. Una metanalisi di Pinquart e Forstmeier (2012), su 128 studi, ha rilevato effetti moderati ma consistenti sia sull’umore che sulla qualità della vita.


I benefici clinici si osservano anche sul piano:


Effetti positivi sono stati osservati anche nei caregiver, grazie al miglioramento del tono relazionale e della comunicazione affettiva. La terapia si è mostrata ben tollerata, con alto grado di partecipazione e bassa incidenza di drop-out.

Considerazioni finali

La terapia della reminiscenza rappresenta uno strumento clinico accessibile, versatile e ben tollerato, particolarmente indicato nella gestione della depressione nell’anziano. Il suo valore risiede nella capacità di riconnettere la persona alla propria storia, riattivando emozioni, significati e appartenenze che la malattia depressiva tende ad erodere.


In un’ottica integrata, la reminiscenza offre al paziente non solo una narrazione, ma la possibilità di riscrivere il proprio vissuto in chiave resiliente, restituendo senso, continuità e dignità al percorso esistenziale.

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