Tra le differenti entità cliniche riconducibili alla depressione, il disturbo distimico, noto anche come distimia, rappresenta una forma di depressione cronica e persistente, caratterizzata da sintomi meno intensi rispetto al disturbo depressivo maggiore ma prolungati nel tempo. È la seconda forma più frequente di disturbo dell’umore depressivo, spesso sottovalutata per la sua insidiosa e graduale comparsa.
Il termine distimia, o disturbo distimico, è un termine clinico presente nei DSM fino alla versione IV-TR, tuttora clinicamente utilizzato, ma che è stato recentemente rivisto: nel DSM-5, infatti, il termine disturbo depressivo persistente ha sostituito formalmente il termine "distimia", pur mantenendo le stesse caratteristiche cliniche di base, con l'obiettivo di semplificare la nosografia e dare continuità alle forme depressive croniche.
Può essere chiamata anche con i seguenti termini, a seconda del contesto clinico e della classificazione diagnostica:
Depressione cronica – termine generico ma spesso utilizzato nella pratica clinica per indicare una forma di depressione persistente di lunga durata.
Depressione nevrotica – definizione storica, oggi superata, che veniva usata per descrivere disturbi depressivi cronici senza sintomi psicotici.
Depressione minore persistente – talvolta usata per differenziare la distimia dal disturbo depressivo maggiore cronico, soprattutto in presenza di sintomi più attenuati.
Disturbo depressivo persistente – denominazione ufficiale adottata dal DSM-5, che ingloba sia la distimia “classica” sia le forme croniche di disturbo depressivo maggiore con durata superiore ai due anni.
La sua caratteristica principale è la presenza di un umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, per almeno due anni consecutivi negli adulti (un anno nei bambini e adolescenti), accompagnato da almeno due dei seguenti sintomi:
scarso appetito o, al contrario, iperfagia
insonnia o ipersonnia
scarsa energia o astenia
bassa autostima
difficoltà a concentrarsi o prendere decisioni
sentimenti di disperazione o pessimismo cronico
Durante questo periodo, le pause asintomatiche devono essere inferiori ai due mesi. In caso contrario, non è possibile porre diagnosi di distimia.
Per la diagnosi, è essenziale che non siano mai stati presenti episodi maniacali, ipomaniacali o misti, né che siano soddisfatti i criteri per il disturbo ciclotimico. La diagnosi deve inoltre escludere che i sintomi siano effetto diretto di sostanze psicoattive, farmaci o patologie organiche (come disfunzioni tiroidee, anemie, patologie neoplastiche o neurologiche).
La diagnosi differenziale principale è con il disturbo depressivo maggiore cronico. Se nei primi due anni si verifica un episodio depressivo maggiore senza remissione completa di almeno due mesi, non si può porre diagnosi di distimia. Viceversa, se un episodio depressivo maggiore insorge successivamente ai primi due anni di decorso distimico, si pongono entrambe le diagnosi.
Decorso clinico e impatto funzionale
La distimia ha un decorso insidioso e persistente, spesso esordisce nell’infanzia, adolescenza o prima età adulta, e può durare per decenni. Il soggetto tende a considerare il proprio umore disforico come parte integrante della propria personalità, sviluppando un “stile depressivo abituale”. Questo comporta un significativo compromesso delle relazioni sociali, della vita affettiva e della realizzazione professionale, pur non determinando necessariamente un’invalidità acuta come nel disturbo depressivo maggiore.
Il disturbo distimico è associato frequentemente ad altri disturbi psichiatrici, soprattutto disturbi d’ansia, disturbi da uso di sostanze e disturbi della personalità (in particolare borderline ed evitante). Questa comorbilità aggrava la prognosi e rende più complessa la risposta al trattamento.
In base all’età di insorgenza si distinguono:
Disturbo distimico ad esordio precoce: sintomi presenti prima dei 21 anni, solitamente associato a maggiore comorbilità psichiatrica e minore risposta al trattamento
Disturbo distimico ad esordio tardivo: sintomi che compaiono dopo i 21 anni
In alcuni casi, il disturbo può essere ulteriormente specificato con manifestazioni atipiche, qualora negli ultimi due anni siano stati soddisfatti i criteri specifici previsti per l’episodio depressivo maggiore con questa specificazione.
La distimia è una condizione che, pur presentando sintomi meno gravi rispetto alla depressione maggiore, compromette profondamente la qualità di vita e ha un elevato impatto sul funzionamento globale della persona. Spesso misconosciuta o scambiata per un tratto caratteriale, necessita di attenzione clinica specifica, diagnosi tempestiva e trattamenti mirati, sia farmacologici che psicoterapici.
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