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Terapia cognitiva (CT)

La terapia cognitiva (CT), sviluppata negli anni ’60 da Aaron T. Beck, è uno dei modelli psicoterapeutici più influenti e ampiamente studiati per il trattamento della depressione. Rappresenta la componente teorica fondante della successiva terapia cognitivo-comportamentale (CBT), ma può essere applicata anche come trattamento autonomo, centrato primariamente sull’analisi e la modifica dei pensieri disfunzionali che alimentano la sofferenza emotiva.


Il presupposto centrale della CT è che i sintomi depressivi siano mantenuti da errori sistematici nel pensiero e da schemi cognitivi negativi su sé, il mondo e il futuro. Attraverso il lavoro terapeutico, il paziente impara a riconoscere e modificare questi pensieri automatici distorti, recuperando una visione più equilibrata e adattiva della realtà.

Il modello cognitivo di Beck

Secondo Beck, alla base della depressione vi è una triade cognitiva negativa: il soggetto tende a interpretare sé stesso come inadeguato o indegno, il mondo come ostile o ingiusto e il futuro come senza speranza. Queste convinzioni profonde, o schemi cognitivi disfunzionali, si attivano in risposta a eventi stressanti e danno origine a pensieri automatici negativi, rapidi e distorti, che sfuggono al controllo volontario.


Tali pensieri non sono frutto di una logica consapevole, ma di bias cognitivi ricorrenti, tra cui:


Questi errori cognitivi contribuiscono a mantenere la depressione, alimentando emozioni disforiche e comportamenti di evitamento o ritiro. Il trattamento si propone di aiutare il paziente a diventare consapevole di questi processi, valutarne la validità e sostituirli con interpretazioni più realistiche e utili.

Struttura e tecniche principali

La CT segue una struttura breve, manualizzata e orientata agli obiettivi, solitamente articolata in 12–20 sedute settimanali. Le tecniche principali includono:


Ogni seduta è strutturata secondo uno schema ripetitivo (agenda, revisione compiti, discussione centrale, sintesi), con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia del paziente e promuovere l’uso attivo delle abilità acquisite anche dopo la conclusione della terapia.

Indicazioni cliniche

La terapia cognitiva è indicata nel trattamento della depressione maggiore di grado lieve o moderato, in particolare nei pazienti che presentano un forte stile di pensiero negativo e tendenza alla ruminazione. Può essere utilizzata come alternativa alla farmacoterapia nei casi lievi o come componente combinata nei casi moderati o gravi.


È particolarmente efficace nei pazienti che:


Viene anche impiegata nella prevenzione delle ricadute nei pazienti con depressione ricorrente, come parte dei programmi di mantenimento a lungo termine.

Efficacia e linee guida

La CT è uno degli approcci psicoterapeutici più solidamente validati nella letteratura scientifica. Le sue tecniche sono state incluse in centinaia di studi randomizzati controllati e in numerose metanalisi, che ne confermano l’efficacia clinica nella riduzione dei sintomi depressivi, nella prevenzione delle ricadute e nel miglioramento della qualità di vita.

Le linee guida NICE raccomandano la CT (o la CBT) come trattamento psicologico di prima scelta per la depressione lieve e moderata, mentre l’APA e il CANMAT la includono tra gli approcci preferenziali anche nelle forme più severe, in combinazione con il trattamento farmacologico.


Un ulteriore punto di forza è la durabilità dell’effetto terapeutico: molti pazienti mantengono i benefici anche dopo la fine della terapia, grazie alla progressiva acquisizione di strumenti di auto-analisi e regolazione cognitiva.

Considerazioni finali

La terapia cognitiva è un modello solido, strutturato e orientato al cambiamento, che si rivolge ai processi di pensiero disfunzionali alla base della depressione. La sua efficacia, la chiarezza metodologica e l’orientamento pragmatico la rendono una risorsa preziosa nella gestione clinica, sia in monoterapia che in integrazione con altre strategie.


In un’ottica più ampia, la CT costituisce non solo uno strumento terapeutico, ma anche un modello psicoeducativo in grado di promuovere autonomia, consapevolezza e resilienza emotiva nei pazienti affetti da disturbi depressivi.

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