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Depressione senile

La depressione senile rappresenta una delle patologie psichiatriche più comuni nella popolazione anziana, con una prevalenza stimata intorno al 15-20% tra gli over 65 anni. Si configura come un disturbo dell’umore che può assumere manifestazioni tipiche o atipiche rispetto alla depressione dell’adulto, spesso mascherato da sintomi somatici o da alterazioni cognitive, rendendone più complessa la diagnosi. Pur condividendo molti elementi clinici con le forme depressive di altre età, la depressione nell’anziano presenta caratteristiche proprie legate alla senescenza, alla multimorbilità, alla vulnerabilità psicologica e all’isolamento sociale. In letteratura viene anche denominata depressione dell’età avanzata o depressione geriatrica.

Eziologia e fattori di rischio

Le cause della depressione senile sono multifattoriali e spesso si intrecciano tra loro. I principali fattori eziologici includono:


La depressione senile si sviluppa più frequentemente in presenza di condizioni predisponenti che non ne rappresentano la causa diretta, ma aumentano la vulnerabilità psicologica e biologica del soggetto anziano. I principali fattori di rischio sono:

Patogenesi e Fisiopatologia

Dal punto di vista fisiopatologico, la depressione senile condivide meccanismi comuni alle altre forme depressive, ma presenta alcune peculiarità legate all’età. Alla base del disturbo vi è una diminuzione dell’attività dei sistemi monoaminergici centrali (serotoninergico, noradrenergico e dopaminergico), con ridotta disponibilità di neurotrasmettitori a livello sinaptico.


Con l’età avanzata si osservano inoltre modificazioni neurobiologiche che aumentano la vulnerabilità allo sviluppo del disturbo, tra cui:


Un ruolo rilevante è svolto anche da fattori infiammatori sistemici: la cosiddetta neuroinfiammazione dell’invecchiamento sembra favorire l’insorgenza e il mantenimento del disturbo attraverso l’attivazione cronica della microglia e l’alterazione della permeabilità emato-encefalica. La carenza di supporti ambientali ed affettivi può infine amplificare le vulnerabilità biologiche, favorendo lo sviluppo di un circolo vizioso tra disfunzione cerebrale e decadimento psicosociale.

Manifestazioni Cliniche

Il quadro clinico della depressione nell’anziano può essere sovrapponibile a quello dell’adulto, ma spesso assume forme atipiche o somatizzate. In molti casi, infatti, il soggetto non riferisce tristezza o umore deflesso, ma lamenta disturbi fisici vaghi, perdita di energia e sensazione di rallentamento generale. I sintomi più frequenti includono:

Nei casi più gravi possono emergere deliri di rovina, colpa, indegnità o allucinazioni congrue con l’umore, come voci accusatorie o catastrofiche. Il rischio suicidario è elevato, soprattutto nei soggetti maschi, vedovi o isolati socialmente. A differenza degli adulti, l’anziano raramente manifesta intenzioni suicidarie in modo esplicito, rendendo la prevenzione particolarmente difficile.

Diagnosi

La diagnosi della depressione senile è prevalentemente clinica e richiede un’anamnesi dettagliata, un’osservazione attenta del comportamento e un ascolto empatico dei vissuti riferiti. La valutazione deve indagare in particolare l’eventuale perdita di interesse, le modificazioni comportamentali recenti, l’appetito, il sonno, la percezione di sé e del futuro, la presenza di ansia, somatizzazioni e disturbi cognitivi.


Pur presentando alcune peculiarità sintomatologiche, i distrurbi depressivi dell'anziano si diagnosticano con gli stessi criteri del DSM visti nelle pagine precedenti, cui si rimanda (Disturbo Depressivo Maggiore, Disturbi Bipolari)

È inoltre importante distinguere la depressione da altre condizioni che ne mimano i sintomi o la accompagnano, come:


A tale scopo Utili strumenti di supporto diagnostico includono:

Nei casi dubbi, la valutazione multidimensionale geriatrica e il consulto psichiatrico possono chiarire la diagnosi e orientare il trattamento.

Trattamento, prognosi e complicanze

Il trattamento della depressione senile richiede un approccio integrato e personalizzato, che tenga conto della fragilità dell’anziano, delle comorbidità somatiche e del contesto familiare. La psicoterapia costituisce il primo livello di intervento nelle forme lievi o moderate, mentre nei quadri più severi è spesso necessario associare una farmacoterapia antidepressiva.


Tra le terapie psicologiche, le più efficaci sono:


Il coinvolgimento della famiglia è fondamentale per rinforzare il supporto affettivo e migliorare l’aderenza terapeutica. Le attività di gruppo, la stimolazione cognitiva e le iniziative sociali hanno un ruolo preventivo e terapeutico importante.


La terapia farmacologica deve essere prescritta con attenzione, considerando la sensibilità aumentata agli effetti collaterali e le interazioni con altri farmaci. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono di prima scelta per il loro buon profilo di tollerabilità, ma è raccomandato iniziare con dosaggi bassi e aumentare gradualmente. I triciclici sono generalmente evitati per il rischio di effetti anticolinergici, ipotensione ortostatica, aritmie e sedazione eccessiva.


Nei casi refrattari può essere indicata la stimolazione magnetica transcranica o, raramente, l’elettroshock (ECT), che resta una terapia efficace nei quadri gravi, psicotici o catatonici, sempre in ambiente protetto.


La prognosi della depressione senile dipende da numerosi fattori, tra cui la precocità della diagnosi, la gravità del quadro, la risposta al trattamento e la presenza di supporto sociale. In generale, con un trattamento adeguato, fino all’80% dei pazienti può andare incontro a remissione, anche se le ricadute sono frequenti, soprattutto in presenza di fattori organici persistenti.


Le forme ad esordio tardivo (late-onset) tendono ad avere un decorso più insidioso e una maggiore associazione con deficit cognitivi. La depressione non trattata si associa a peggioramento della qualità di vita, riduzione dell’autonomia funzionale, aumento della mortalità, sia per cause naturali che per suicidio.

Le complicanze della depressione senile sono numerose e spesso sottovalutate:

Un riconoscimento tempestivo e un trattamento adeguato riducono significativamente il rischio di complicanze e migliorano la prognosi globale.

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