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INIBITORI DELLE MAO (iMAO)


Le MAO sono enzimi mitocondriali distribuiti a livello delle terminazioni nervose, del fegato e di altri organi, che metabolizzano le ammine cerebrali quali NA, DO ed A. La loro inibizione determina pertanto un aumento di queste ammine, soprattutto a livello cerebrale, causando una loro maggiore permanenza a livello della fessura sinaptica.
In base alla loro struttura chimica le iMAO vengono distinte in idrazidi, che si combinano irreversibilmente con l’enzima e non idrazidi, che sono anfetamino-simili.
A secondo della loro azione vengono anche classificate come "tipo A" e quelle di "tipo B".
La noradrenalina e specialmente la 5-idrossitriptamina sarebbero deaminate preferenzialmente dalla MAO-A, mentre la dopamina è considerata substrato comune ad entrambi anche se è deaminata più specificatamente dalle MAO-B.
L'interesse per questo tipo di farmaci è riaffiorato di recente con la scoperta di alcuni di loro in grado di stabilire con le MAO un legame selettivo e reversibile.

Le iMAO di prima generazione infatti instaurano legami irreversibili con entrambi i tipi di enzimi (sia di tipo A che di tipo B) e sono considerati farmaci di seconda scelta rispetto ai TCA classici avendo inoltre minore efficacia antidepressiva ed uno sconveniente corollario di effetti collaterali quali epatotossicità (possono dare epatite necrotica acuta), reazioni ipertensive (soprattutto per interazione con alimenti contenenti ammine pressorie tipo dopa e tiratina), numerose interazioni con altri farmaci (assolutamente da evitare cosomministrazione con inibitori selettivi della ricaptazione di 5-HT), ipertensione ortostatica, aumento di peso corporeo, iperfagia, disfunzioni sessuali e insonnia. ed in modo irreversibile. Tra gli iMAO di prima generazione si ricordano il isocarbossalide e la tranilcipromina.

Gli iMAO di seconda generazione sono invece reversibili e specifici.
Tra questi ci sono i RIMA che inibiscono selettivamente le MAO-A. Attualmente in Italia sono in commercio toloxatone e maclobemide, entrambi con un emivita plasmatici di 1-3 ore, picco massimo in 30-60 minuti, con dosi consigliate tra i 400 e i 600 mg/die e con meno effetti collaterali delle iMAO di prima generazione. Hanno un effetto rapido controllando l’agitazione e antidepressivo più lento che si manifesta a distanza di qualche settimana.
Per quanto concerne gli inibitori selettivi delle MAO-B (selegilina attualmente in commercio in Italia), agendo soprattutto sul metabolismo di DA sono più efficaci per il trattamento di altre patologia quali il Prkinson, perdendo in selettività a dosaggi antidepressivi. E’ da evitare l’associazione con TCA di seconda generazione a causa di una possibile sindrome serotoninergica. Sembrano esenti da problemi di tossicità epatica e con efficacia clinica comparabile a quella dell'imipramina ma con una minore latenza. La considerazione infine che gli enzimi MAO-B sembrerebbero avere un'attività particolarmente intensa nell'anziano, provocando di conseguenza una riduzione delle ammine biogene nel sistema nervoso centrale, renderebbe gli IMAO-B particolarmente interessanti per il trattamento delle depressioni nell'anziano.