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Pet Therapy

La Pet Therapy, oggi più correttamente definita come Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), è una metodologia d’intervento che prevede l’impiego di animali, in particolare cani, gatti, cavalli, conigli e altri animali domestici, all’interno di un percorso terapeutico, educativo o riabilitativo. Nell’ambito della salute mentale, e in particolare nel trattamento della depressione, la Pet Therapy si configura come un intervento integrativo volto a migliorare il tono dell’umore, la qualità della vita e il funzionamento relazionale dei pazienti.


Gli IAA non sostituiscono le terapie convenzionali, ma agiscono come facilitatori relazionali e affettivi, contribuendo alla costruzione dell’alleanza terapeutica, alla riduzione dell’isolamento e alla promozione del benessere psico-emotivo. L’animale, grazie alla sua presenza non giudicante e alla capacità di attivare risposte affettive immediate, può diventare un mediatore potente in contesti di sofferenza psicologica.

Origini e sviluppo scientifico

L’uso terapeutico degli animali ha radici antiche, ma la sistematizzazione del concetto di Pet Therapy si deve allo psichiatra infantile Boris Levinson, che negli anni ’60 osservò l’effetto positivo del proprio cane sulla comunicazione di bambini affetti da disturbi dello sviluppo. A partire da queste prime osservazioni, numerosi studi hanno esplorato l’impatto della relazione uomo-animale sul benessere psicologico, portando allo sviluppo di modelli sempre più rigorosi e codificati.


Attualmente, gli IAA sono regolamentati da specifiche linee guida ministeriali in molti paesi, tra cui l’Italia, dove sono distinti in tre categorie operative:


In ambito psichiatrico, le TAA si collocano sempre all’interno di un progetto condiviso, definito da un’équipe di professionisti (psichiatra, psicologo, educatore, coadiutore dell’animale), e sono indirizzate verso obiettivi specifici e misurabili.

Meccanismi ipotizzati nella depressione

La Pet Therapy agisce attraverso meccanismi relazionali, neuroendocrini e comportamentali, che ne giustificano l’efficacia nei disturbi dell’umore.

I principali effetti documentati sono:


La relazione con l’animale, in quanto immediata, empatica e non mediata dal giudizio, può costituire un catalizzatore relazionale in soggetti depressi, spesso chiusi alla comunicazione e alla reciprocità affettiva.

Evidenze di efficacia

Negli ultimi decenni, la letteratura scientifica ha fornito crescenti evidenze a supporto dell’efficacia degli Interventi Assistiti con gli Animali nella riduzione dei sintomi depressivi, sia in popolazioni cliniche che subcliniche.

Studi randomizzati controllati e metanalisi hanno rilevato miglioramenti significativi in vari domini, tra cui:


Una metanalisi di Souter e Miller (2007) ha mostrato che la Pet Therapy si associa a una riduzione media dei punteggi di depressione nelle scale cliniche standardizzate, soprattutto nei trattamenti condotti in setting strutturati e con animali appositamente selezionati. In particolare, è stato osservato un miglioramento dell’ e della regolazione affettiva nei pazienti con disturbi depressivi di grado lieve-moderato.

Indicazioni cliniche nella depressione

La Pet Therapy trova indicazione in una varietà di contesti clinici, educativi e riabilitativi. In ambito depressivo può essere utile in:


Le sedute possono essere individuali o di gruppo e vengono condotte in collaborazione con il coadiutore dell’animale, sotto la supervisione clinica di uno psicologo o psichiatra. La durata del percorso varia in base agli obiettivi e al livello di funzionamento del paziente.

Integrazione terapeutica e limiti

La Pet Therapy non è una terapia di prima linea per la depressione maggiore, ma un intervento complementare che può potenziare l’efficacia di trattamenti farmacologici o psicoterapici convenzionali.

Il suo impiego è raccomandato nei casi in cui vi siano:


I limiti principali riguardano la disponibilità di personale formato, la necessità di animali idonei e certificati, e l’adeguatezza del contesto. L’intervento va sempre adattato alle condizioni cliniche del paziente, e richiede un’attenta valutazione dei criteri di sicurezza, igiene e compatibilità comportamentale.

Considerazioni finali

La Pet Therapy rappresenta uno strumento terapeutico efficace e ben tollerato, in grado di offrire benefici emotivi e relazionali anche in pazienti difficili da ingaggiare con le modalità terapeutiche tradizionali. La relazione con l’animale, per la sua natura affettiva, corporea e non verbale, può attivare processi trasformativi profondi, promuovendo una progressiva apertura verso l’altro e verso sé stessi.


In una prospettiva centrata sulla persona, la Pet Therapy contribuisce al recupero dell’iniziativa, del senso di connessione e della fiducia relazionale, elementi spesso compromessi nel vissuto depressivo.

    Bibliografia
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