Con il termine nutraceutici si intendono sostanze bioattive di origine naturale, spesso derivanti da alimenti o integratori, che possono avere effetti benefici sulla salute mentale e fisiologica. Nella depressione, l’interesse per i nutraceutici nasce dal crescente riconoscimento del coinvolgimento di fattori infiammatori, metabolici e neurotrofici nella patogenesi del disturbo depressivo maggiore, oltre ai classici squilibri monoaminergici.
L’integrazione nutrizionale viene proposta come coadiuvante delle terapie convenzionali, in particolare nei pazienti con carenze documentate, depressione lieve o moderata, o in presenza di fattori di rischio nutrizionali e metabolici. Sebbene l’efficacia sia generalmente modesta e non sostitutiva dei trattamenti standard, alcuni composti hanno mostrato benefici specifici in contesti selezionati.
Gli acidi grassi omega-3, in particolare EPA (acido eicosapentaenoico), sono coinvolti nella modulazione della neuroinfiammazione, nella neurotrasmissione serotoninergica e dopaminergica e nel supporto alla plasticità sinaptica. Diversi studi hanno documentato un’associazione tra bassi livelli plasmatici di omega-3 e aumentato rischio di depressione.
I benefici sembrano più evidenti per formulazioni ad alto contenuto di EPA rispetto al DHA, in particolare come add-on agli antidepressivi nei pazienti con depressione maggiore resistente o sintomi infiammatori. I dosaggi efficaci vanno da 1 a 2 grammi/die di EPA.
SAMe è un composto endogeno implicato nella metilazione cerebrale, nella sintesi di neurotrasmettitori e nella regolazione dell’espressione genica. Ha mostrato proprietà antidepressivi dirette e viene usato come potenziatore (augmentation) nei pazienti non responder.
Gli studi clinici riportano effetti comparabili a quelli degli SSRI, con un inizio d’azione più rapido. I dosaggi efficaci vanno da 800 a 1600 mg/die. È generalmente ben tollerato, ma può provocare ansia, insonnia o viraggio verso l’ipomania nei soggetti vulnerabili.
La vitamina D agisce come modulatore immuno-neuroendocrino e ha recettori specifici in molte regioni cerebrali implicate nella regolazione dell’umore. Carenze di vitamina D sono frequenti nei pazienti depressi, in particolare nei mesi invernali, e sono associate a peggior esito clinico.
L’integrazione può essere utile nei soggetti con ipovitaminosi D documentata, anche come strategia preventiva nelle popolazioni a rischio. I dosaggi variano in base al livello basale, ma in genere si consigliano 800–2000 UI/die.
Il triptofano è il precursore della serotonina e il 5-idrossitriptofano (5-HTP) è un suo metabolita intermedio che attraversa la barriera emato-encefalica. Questi composti possono aumentare la disponibilità centrale di serotonina e sono proposti nei disturbi depressivi lievi o stagionali.
Tuttavia, il loro uso richiede cautela per il rischio di sindrome serotoninergica se associati ad altri antidepressivi serotoninergici. I dosaggi tipici sono 100–300 mg/die per il 5-HTP, ma l’efficacia è ancora oggetto di discussione.
I folati sono essenziali per la metilazione cerebrale e la sintesi di monoamine. La forma attiva, L-metilfolato, è in grado di attraversare la barriera emato-encefalica ed è utile soprattutto nei pazienti con polimorfismi del gene MTHFR o livelli subottimali di folati.
È stato proposto come add-on terapeutico in pazienti non responder agli SSRI. I dosaggi consigliati sono di 7,5–15 mg/die. Il trattamento è generalmente ben tollerato e può migliorare la risposta antidepressiva nei soggetti selezionati.
Gli interventi nutraceutici non sono alternativi ma complementari ai trattamenti standard, e la loro efficacia dipende dalla selezione dei pazienti, dalla presenza di carenze specifiche, dalla qualità dei prodotti e dall’integrazione con un piano terapeutico strutturato.
Nonostante le evidenze siano ancora parziali e spesso eterogenee, l’interesse per i nutraceutici riflette una visione più ampia e integrata della depressione, in cui l’alimentazione, l’asse intestino-cervello e la neuroinfiammazione giocano un ruolo sempre più rilevante.
Nutraceutico | Meccanismo d'azione | Indicazioni | Dosaggio | Vantaggi | Limitazioni |
Omega-3 (EPA/DHA) | Modulano neuroinfiammazione, trasmissione serotoninergica e dopaminergica, plasticità sinaptica. | Depressione maggiore resistente, sintomi infiammatori; add-on ad antidepressivi. | 1–2 g/die di EPA | Buona tollerabilità, effetto antinfiammatorio, utile nei casi resistenti. | Effetto variabile; minor efficacia delle formulazioni ricche in DHA. |
SAMe (S-adenosil-L-metionina) | Stimola metilazione cerebrale, sintesi di neurotrasmettitori e regolazione genica. | Depressione maggiore; augmentation in pazienti non responder. | 800–1600 mg/die | Effetto antidepressivo diretto; azione rapida; ben tollerato. | Rischio di ansia, insonnia o viraggio maniacale nei soggetti vulnerabili. |
Vitamina D | Modula sistema immuno-neuroendocrino; recettori cerebrali coinvolti nella regolazione dell’umore. | Ipovitaminosi D documentata; prevenzione nelle popolazioni a rischio. | 800–2000 UI/die (in base ai livelli basali) | Profilo di sicurezza elevato; possibile effetto preventivo e coadiuvante. | Efficacia antidepressiva diretta non ancora confermata in tutti gli studi. |
Triptofano e 5-HTP | Precursori della serotonina; aumentano la disponibilità di 5-HT nel SNC. | Depressione lieve, stagionale o subclinica; non associati ad SSRI/SNRI. | 100–300 mg/die (5-HTP) | Possibile miglioramento del tono dell’umore; integratori facilmente accessibili. | Rischio di sindrome serotoninergica; efficacia non univoca. |
Folati / L-metilfolato | Favoriscono la metilazione cerebrale e la sintesi delle monoamine; forma attiva attraversa la BEE. | Deficit di folati, polimorfismo MTHFR; add-on in non responder a SSRI. | 7,5–15 mg/die | Ben tollerato; utile in soggetti con metabolismo folinico alterato. | Beneficio limitato a popolazioni selezionate; non efficace in tutti i pazienti. |