La Stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS) è una tecnica di neuromodulazione cerebrale non invasiva che utilizza correnti elettriche a bassa intensità (0,5–2 mA) per modulare l’eccitabilità neuronale della corteccia cerebrale. È uno strumento emergente nel trattamento della depressione maggiore, soprattutto nei pazienti che non rispondono adeguatamente alla terapia farmacologica.
Durante la seduta, due elettrodi vengono applicati sullo scalpo: uno anodo (positivo) e uno catodo (negativo). L’anodo viene solitamente posizionato sulla corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra, una regione implicata nella regolazione affettiva e frequentemente ipoattiva nella depressione, mentre il catodo è collocato controlateralmente o in area neutra (es. zona supraorbitale destra).
Il passaggio della corrente modula la membrana neuronale in modo sottosoglia, cioè senza indurre potenziali d’azione, ma facilitando o inibendo la probabilità di attivazione sinaptica in base alla polarità:
Il meccanismo antidepressivo della tDCS si basa su:
A differenza di altre tecniche di neuromodulazione, la tDCS non genera stimoli magnetici né induce crisi convulsive. È silenziosa, indolore e priva di effetti collaterali cognitivi, con un ottimo profilo di sicurezza anche nei trattamenti domiciliari supervisionati.
L’indicazione principale della tDCS è il trattamento della depressione maggiore resistente, in particolare nei pazienti:
La tDCS non è raccomandata come monoterapia nella depressione grave con rischio suicidario, nei quadri psicotici o in pazienti con deficit neurocognitivi significativi.
Un trattamento standard di tDCS nella depressione prevede:
Il trattamento può essere ripetuto ciclicamente o mantenuto a bassa frequenza in fase di consolidamento (es. 1–2 volte/settimana). In alcuni studi, la tDCS è stata combinata efficacemente con SSRI o psicoterapia cognitivo-comportamentale, potenziandone gli effetti attraverso l’aumento della neuroplasticità indotta.
La tDCS è generalmente ben tollerata e considerata tra le tecniche di neuromodulazione con miglior profilo di sicurezza. Gli effetti collaterali sono lievi, transitori e raramente causa di interruzione del trattamento. Tra i più frequenti si segnalano:
Non sono stati riportati effetti collaterali gravi o permanenti in pazienti trattati con tDCS nei protocolli clinici. La stimolazione sottosoglia non induce crisi epilettiche e non interferisce con la funzione cognitiva, anzi alcuni studi suggeriscono un possibile miglioramento dell’attenzione e della memoria di lavoro.
Le controindicazioni assolute sono poche. La tDCS è sconsigliata nei pazienti con:
Le controindicazioni relative includono:
La tDCS ha mostrato risultati positivi nel trattamento della depressione in diversi studi clinici controllati. I tassi di risposta clinica sono inferiori rispetto a rTMS ed ECT, ma la procedura è molto più semplice, economica e accessibile.
La risposta si osserva più frequentemente nei pazienti con:
La tDCS può essere considerata un’opzione complementare e personalizzata nei piani terapeutici di lungo termine, e viene studiata anche come potenziatore cognitivo nei disturbi dell’umore a bassa intensità.
Le linee guida CANMAT, NICE e APA includono la tDCS tra le opzioni raccomandate nei pazienti con depressione resistente lieve o moderata, in assenza di indicazioni per ECT o rTMS. L’evidenza è considerata di livello intermedio, ma promettente in combinazione con altre strategie.
La semplicità della procedura ha favorito lo sviluppo di protocolli domiciliari supervisionati, con dispositivi portatili, sempre sotto guida medica. In futuro, la tDCS potrebbe trovare impiego non solo nella depressione, ma anche nel trattamento dell’anedonia, dei sintomi cognitivi residui e nella prevenzione delle ricadute affettive.