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TERAPIA ELETTROCONVULSIVA
(o ELETTROSHOCK o ETC)


E’ un tipo di trattamento che conste in cicli di sedute in cui al paziente, totalmente anestetizzato, vengono applicati campi elettrici al cranio.
La scarica elettrica dell'intensità di circa 0,9 ampere, con una tensione di 100-110 Volt, per 0,14 secondi; la risposta convulsiva dura dai 10 ai 40 secondi e comporta il rilascio di neurotrasmettitori ad azione antidepressiva.
La terapia elettroconvulsiva, praticata solo da pochi specialisti, viene prescritta in gravi casi di depressione endogena non responsiva ad altre terapie e con sintomi così gravi da compromettere eccessivamente le funzionalità del paziente, quando per esempio ha istinti suicidi, sintomi psicotici o catatonici.
Viene praticata in special modo in pazienti con depressione endogena che non rispondono ad altre terapie e che sono severamente malati.
Trattandosi di scariche elettriche l’ETC è controindicato in pz con patologie cardiache e non può essere associato con benzodiazedapine e antiepilettici, mentre sembra che antidepressivi e neurolettici abbiamo effetti positivi sull’esito dell’elettrochoc.

Sebbene possa temporaneamente determinare confusione mentale e disturbi mnesici, questi scompaiono poco dopo il trattamento e non vi sono prove scientifiche su eventuali danni permanenti alle funzioni cognitive e di memoria causati dai moderni ETC, in quanto la severa depressione stessa può essere causa di tali mali. Esistono invece vari dati circa il miglioramento a lungo termine delle funzioni cognitive, di apprendimento e di memoria in molti pz. trattati con ETC (Tex Med. Maggio 1993). Secondo alcuni l’elettro shock è un trattamento sicuro ed efficace anche in adolescenti con le stesse indicazioni ed effetti validi per gli adulti presentando effetti collaterali brevi e di lieve entità.(Convuls Ther. Marzo 1997).
In un recente clinical traial datato aprile 2004 e condotto dal dipartimento di psichiatria dell’università di Dallas in Texsas è stata evidenziata la rapidità di risposta e remissione in un’alta percentuale di pazienti con disturbo depressivo maggiore (in accordo con i parametri del DSM-IV) trattati con ECT bilaterale per tre volte la settimana.
In un altro clinical traial (articolo dell’aprile 2001) condotto dallo State Psichiatry Institute di New York sono stati confronatati due grandi campioni di pazienti con disturi bipolari e unipolari entrambi trattati con ETC ed è stato concluso che: la differenziazione tra disturbo unipolare e bipolare non ha valore predittivo nel determinare l’esito finale della terapia, ma che il disturbo bipolare mostra un più rapido miglioramento e necessita di un numero inferiore di sedute.
Il dipartimento di Psichiatria del Hillside Hospital di Glean Oaks ha condotto nel gennaio del 2000 un clinical traial confrontando gli esiti del trattamento del disturbo depressivo maggiore con ECT bifrontale a quelli con ECT bitemporale ed è emerso che entrambe le metodiche sono parimenti efficienti e necessitano dello stesso numero di sedute per soddisfare i criteri di remissione.