La terapia comportamentale è
incentrata sul miglioramento delle abilità sociali e comunicative e
sulla
diminuzione delle esperienze di vita negative o spiacevoli. Secondo
l’attuale
impostazione del modello comportamentale un sintomo psichico e dovuto a
un
comportamento disadattativo e non funzionale rispetto alle esigenze
ambientali.
Tale terapia si prefigge dunque come obbiettivo quello di sostituire il
comportamento disadattativo con uno più funzionale tramite un processo
progressivo e graduale che porti il pz ad un aumento del tono
dell’umore migliorandone
le risposte agli stimoli ambientali e il livello di risposta nei
confronti di
rinforzi positivi. Questi tipi di programma prevedono un aumento
progressivo delle difficoltà che il pz
deve affrontare ed aiutano ad identificare comportamenti alternativi a
quelli
controproducenti. Una tecnica può essere quella di pianificare e
registrare le
attività piacevoli elaborando in primis una scheda di quelle attività
che un
tempo piacevano al pz. ed un programma per praticarle. Tale esercizio
se svolto
regolarmente può essere efficace per la risoluzione di una depressione
leggera.
Anche il coinvolgimento dei familiari può essere utile qualora sia
necessario
ricordare al pz. il programma, incoraggiarlo ed eventualmente
partecipare alle
attività stesse. Un’altra metodica efficace può essere quella del
problem
solving a sei tappe. Nel primo step è necessario dare al pz. una chiara
definizione del problema e dell’obbiettivo da raggiungere aiutandolo a
focalizzare il pensiero sul risultato concreto e riducendo così la
possibilità
di andare fuori strada. In questa fase è importante considerare un solo
problema alla volta, non cercare di risolverlo subito e applicare i
principi di
pianificazione dell’obbietivo. La seconda tappa consiste nel generare
una serie
di soluzioni tramite il branstorming, ovvero il pz. propone una serie
svariata
di soluzioni al problema, tutto ciò che gli passa per la mente, incluse
quelle
apparentemente inutili e assurde. In questo momento le soluzioni
vengono solo
elencate. Si passa poi alla loro valutazione nello step successivo in
cui
vengono brevemente discussi i pro e i contro di ciascuna soluzione
scorrendo
velocemente la lista fatta in precedenza e annotando per ognuna i punti
di
forza e di debolezza. Il quarto step prevede la scelta della soluzione
o della
combinazione di soluzioni in grado di risolvere il problema o
raggiungere
l’obbiettivo. E’ utile che l’individuo scelga una soluzione facilmente
praticabile, anche non la migliore. Il passo successivo consiste
nell’elaborare
un dettagliato piano d’azione che tenga conto delle risorse
dell’individuo,
della disponibilità delle altre persone eventualmente coinvolte e che
queste
siano ben istruite su cosa fare e quando farlo. Devono inoltre essere
prese in
considerazione il presentarsi di eventuali difficoltà e come
risolverle,
esercitarsi sulle parti più difficili del piano. L’ultimo step consta
della
verifica del piano, in quanto non tutti gli ostacoli e le difficoltà
possono
essere previste pertanto sono necessarie delle verifiche periodiche con
eventuali aggiustamenti al piano. E’ anche importante lodare gli sforzi
eseguiti e in caso le cose non vadano come ci si aspettava va valutato
ciò che
è andato bene e ciò che è andato male, le eventuali strategie
alternative da
usare e vanno incoraggiati ad esprime il loro disappunto (evitando però
che
diventi catastrofe). Va detto che le difficoltà generalmente sono
dovute alla
strategia di pianificazione e non alle persone. Ogni tentativo va
considerato
come un seccesso parziale, un’esperienza di apprendimento ed un
esercizio
pratico e va incoraggiato l’individuo a provarci il più presto
possibile.