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EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE
In
medicina la depressione rappresenta una
entità patologica particolarmente rilevante che presenta come elemento
costitutivo principe l’episodio depressivo maggiore.
Si
parla di episodio depressivo maggiore
qualora sia presente per un periodo di almeno due settimane, quasi ogni
giorno
e per la maggior parte del giorno umore depresso (in bambini ed
adolescenti
l’umore può essere invece irritabile) e/o marcata riduzione di
interesse o
piacere per tutte, o quasi, le attività più almeno quattro tra i
seguenti
sintomi:
- significative
variazioni dell’appetito con eventuali variazioni di peso più o meno
evidenti;
- alterazioni
del sonno (insonnia o ipersonnia);
- agitazione o
rallentamento psicomotorio (osservabile dagli altri, non semplicemente
sensazioni soggettive);
- faticabilità
o anergia;
- sentimenti
di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono
essere deliranti) e non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa
per essere ammalato;
- ridotta
capacità di pensare e/o di concentrarsi, e/o indecisione;
- pensieri
ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione
suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o
l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio.
Tali
sintomi
devono però essere di nuova comparsa o nettamente peggiorati rispetto
allo
stato premorboso e portare a disagio o menomazione sociale e
lavorativa; in
alcuni soggetti, con episodi più lievi, il funzionamento può apparire
normale,
ma richiedere uno sforzo nettamente superiore. Nei casi più estremi si
può
avere anche assenza della cura personale (nutrimento, igiene e
vestiario).
Questi sintomi non devono inoltre soddisfare i criteri per un
episodio
misto, non
devono
essere effetti fisiologici diretti
di una sostanza (droghe o farmaci) o di una condizione medica generale
(es.
ipotiroidismo), e non devono essere meglio giustificati da lutti.
Alcuni
individui, piuttosto che riferire
sintomi di tristezza, enfatizzano lamentele somatiche; altri,
soprattutto
bambini ed adolescenti, mostrano invece aumento dell’irritabilità. La
perdita
di interesse o di piacere, almeno in qualche misura, è quasi sempre
presente e
avvertita in primis dai familiari che notano il ritiro sociale o il
rifiuto di
occupazioni piacevoli da parte del soggetto. In alcuni individui è
anche
presente una riduzione del desiderio sessuale.
Le
alterazioni dell’appetito si estrinsecano
solitamente con un minus, ma non di rado può presentarsi come aumentato
o
ricerca di cibi particolari. Quando le alterazioni dell’appetito sono
molto
gravi si manifestano anche con notevoli variazioni di peso che nei
bambini
possono portare all’incapacità di raggiungere i normali livelli
ponderali.
L’insonnia
è il disturbo più comunemente
presente e può essere di tipo centrale (con risvegli durante la notte e
difficoltà a riprendere sonno), terminale (con risveglio precoce ed
incapacità
a riprendere sonno) o iniziale (con difficoltà nell’addormentamento).
Meno
frequentemente si può avere ipersonnia, che può manifestarsi come
prolungamento
del sonno notturno e/o come aumento di quello diurno. Talvolta il
disturbo del
sonno rappresenta il motivo per i cui tali individui si recano dal
medico. In
circa il 40-60% dei paz. ambulatoriali e nel 90% di quelli
ospedalizzati si
riscontrano anomalie dell’EEG del sonno.
I dati polisonnografici più
frequenti
sono:
- disturbi
della continuità del sonno, quali prolungamento della latenza del
sonno, aumento dei risvegli intermittenti e risveglio precoce al
mattino;
- riduzione
degli stadi 3 e 4 del NREM (sonno ad onde lente);
- ridotta
latenza REM (i movimenti rapidi oculari sono di durata ridotta);
- aumento
dell’attività fasica REM (il
numero dei movimenti oculari effettivi è maggiore);
- aumento
della durata del sonno REM nella prima parte della notte.
Le
alterazioni psicomotorie includono sia
agitazione che rallentamento, ma devono essere abbastanza gravi da
poter essere
osservati da altri, e non soltanto una sensazione soggettiva.
Comunemente si
riscontrano riduzione dell’energia con astenia ed affaticabilità anche
in
assenza di attività fisica.
Il
senso di autosvalutazione o di colpa può
includere valutazioni negative irrealistiche circa il proprio valore
e/o
preoccupazioni di colpa e/o ruminazioni su piccoli errori passati.
Costoro
spesso interpretano eventi quotidiani insignificanti o neutri come
prova di
difetti personali, attribuendosi un grande senso di responsabilità nei
confronti di eventi sfavorevoli.
Molti
riferiscono disturbi mnesici, di
concentrazione con difficoltà nel pensare e prendere decisioni I
disturbi della
memoria negli anziani possono rappresentare il sintomo più evidente ed
essere
erroneamente attribuiti agli esordi di una demenza senile.
Possono
essere presenti pensieri di morte
variabili dalla convinzione che gli altri starebbero meglio se la
persona fosse
morta, a pensieri transitori e ricorrenti di suicidarsi finanche ad
effettivi
piani specifici per compiere il suicidio. Il rischio suicidario varia
in
relazione a frequenza, intensità e letalità di questi pensieri essendo
minimo
in caso di pensieri transitori di uno o due minuti che ricorrono per
una o due
volte la settimana, e massimo con lo stabilire un tempo e un luogo per
il
suicidio e l’eventuale acquisto del materiale necessario (come ad
esempio una
corda o una pistola). Nonostante tali comportamenti siano
statisticamente
correlati ai tentativi di suicidio, non è comunque possibile prevedere
se o
quando il depresso tenterà il suicidio. Le motivazioni di tale atto
estremo
possono essere dovute al desiderio di rinunciare a fronteggiare
ostacoli
percepiti come insormontabili o di porre fine ad uno stato emotivo
estremamente
doloroso.
Gli
individui con un episodio depressivo
maggiore presentano frequentemente facilità al pianto, irritabilità,
tendenza a
rimuginare, ansia, fobie, preoccupazioni ossessive per il proprio stato
di
salute. Possono inoltre riferire difficoltà nelle relazioni strette,
problemi
occupazionali o scolastici, abuso di alcool o altre sostanze ed
aumentato
utilizzo dei servizi medici.
I
sintomi di un episodio depressivo maggiore
si sviluppano generalmente nel corso di giorni o settimane. Un periodo
prodromico, che può includere sintomi di ansia e depressivi lievi, può
protrarsi da settimane a mesi prima dell’esordio dell’episodio
depressivo
maggiore completo. Anche la durata dell’episodio è variabile e
tipicamente, se
non trattato, dura 4 mesi o più. Nella maggior parte dei casi si ha una
completa restitutio ad integrum, ma in un 20-30% dei casi persistono
per mesi o
addirittura anni alcuni sintomi depressivi insufficienti però a
soddisfare i
criteri dell’episodio depressivo maggiore.
La
fisiopatologia di un episodio depressivo maggiore interessa
un’alterazione
della regolazione di certi neurotrasmettitori quali serotonina,
norepinefrina,
dopamina, acetilcolina e i sistemi dell’acido gamma amminobutirrico. Vi
sono
prove anche a favore di diversi neuropeptidi come l’ormone di rilascio
della
corticotropina. Talvolta si riscontrano secrezione elevata di
glucocorticoidi e
risposta attenuata a test di stimolo del GH, del tireo-stimolante e
della
prolattina.
In taluni
casi sono presenti anche alterazioni del metabolismo cerebrale e del
flusso
ematico cerebrale con un plus nelle regioni limbiche e paralimbiche ed
un minus
nella corteccia prefrontale laterale.
Quando la
depressione inizia in età avanzata si può associare ad alterazioni
della
struttura cerebrale includenti cambiamenti vascolari periventricolari.
Specificazioni
L’episodio
depressivo maggiore, quando rappresenta l’episodio più recente
nell’ambito di un disturbo dell’umore, può essere aggettivato, in base
alle sue
caratteristiche come:
- lieve:
con solo 5 o 6 sintomi e lieve disabilità o
completa abilità raggiunta però a costo di uno sforzo sostanziale ed
insolito;
- moderato:
di gravità intermedia tra lieve e grave;
- grave:
con la maggior parte dei criteri
sintomatologici ed una disabilità netta ed evidente. Può associarsi o
meno a
deliri o allucinazioni e viene pertanto distinto in grave
senza
manifestazioni psicotiche e grave
con manifestazioni psicotiche.
Le
manifestazioni
pscicotiche, quando presenti, sono soventemente coerenti
con i
temi
della depressione e si estrinsecano come deliri di colpa, autopunitivi,
nichilistici o somatici. Le allucinazioni nella maggior parte dei casi
sono
transitorie e non elaborate e possono riguardare voci che rimproverano
la
persona per difetti o peccati. Meno comunemente le manifestazioni
psicotiche
non hanno in apparenza una correlazione con i temi depressivi
estrinsecandosi
come deliri persecutori, di inserzione del pensiero, di trasmissione
del
pensiero e di influenzamento.
In base poi
al periodo seguente, può essere ulteriormente aggettivato come:
- in
remissione completa quando è
presente un periodo di almeno due mesi senza sintomi depressivi
significativi;
- in
remissione parziale quando o
sono ancora presenti alcuni dei sintomi dell’episodio depressivo
maggiore senza
soddisfarne pienamente i criteri o quando il periodo senza sintomi
depressivi significativi
ha una durata inferiore ai due mesi;
In assenza di un periodo di remissione può considerarsi
cronico,
in tal caso
risultano soddisfatti in modo
continuativo i suoi criteri per almeno gli ultimi due anni.
A
secondo
della presenza di altre caratteristiche cliniche può avere le seguenti
specificazioni:
- con
manifestazioni catatoniche:
qualora ci
sia un disturbo psicomotorio marcato che può comprendere: immobilità
manifestabile con catalessia; eccessiva attività motoria afinalistica e
non
influenzata da stimoli esterni; negativismo estremo (resistenza
immotivata a
tutte le istruzioni, o mantenimento di una postura rigida al tentativo
di
mobilizzazione passiva) o mutacismo; peculiarità dei movimenti
volontari con
assunzione volontaria di posture inappropriate o bizzarre, movimenti
stereotipati,
evidenti manierismi o smorfie vistose; ecolalia o ecoprassia;
- con
manifestazioni melanconiche: nel caso
sia presente, durante il periodo di maggior gravità dell’episodio
attuale, uno
o entrambi i seguenti sintomi: perdita di piacere per tutte o quasi le
attività
della vita e/o perdita di reattività a stimoli abitualmente piacevoli
più
almeno tre dei seguenti: qualità particolare dell’umore depresso (ad
es.
percepito come differente da quello provato dopo la morte di una
persona
amata); depressione regolarmente peggiore al mattino; risveglio precoce
al
mattino (almeno due ore prima dell’ora abituale); marcato rallentamento
motorio
o agitazione; anoressia o significative perdita di peso; sentimenti di
colpa
eccessivi o inappropriati;
- con
manifestazioni atipiche:
quando non
risultano soddisfatti i criteri di manifestazioni melanconiche o
catatoniche, è
presente reattività dell’umore (l’umore si risolleva in seguito a
eventi
positivi attuali o potenziali) e due o più delle seguenti
caratteristiche: notevole
aumento dell’appetito con eventuale incremento ponderale significativo;
ipersonnia; paralisi plumbea (sensazione di pesantezza o di avere gambe
e/o
braccia di piombo); un quadro duraturo di ipersensibilità al rifiuto
interpersonale che determini una compromissione sociale o lavorativa;
- con
esordio
post-partum:
quando
nelle prime quattro settimane dopo il parto compaiono sintomi quali
fluttuazione dell’umore, labilità dell’umore, preoccupazione eccessiva
per il
benessere del neonato, variabile da un ipercoinvolgimento fino a veri e
propri
deliri. Gli atteggiamenti della madre nei confronti del neonato sono
variabili
potendo includere: disinteresse, paura di restare sola con il neonato,
iperintrusività (tale da impedire adeguato riposo al neonato). Tuttavia
il
periodo del post-partum è caratterizzato generalmente da alterazioni
neuroendrocrine e psicosociali evidenti e gli atteggiamenti patologici
non sono
da confondere con quelli fisiologici seguenti al parto e con la “baby
blues”
che riguarda il 70% delle donne nei dieci giorni successivi al parto,
che è
transitoria e non compromette il funzionamento.
I
criteri
diagnosti sono tratti dal manuale di psichiatria DSM
IV TR (American psychiatry association. Manuale diagnostico e
statistico dei
disturbi mentali, quarta edizione - Text Revision. Masson
editore. 2001)