L’adolescenza rappresenta una fase cruciale dello sviluppo psicologico, fisiologico e sociale dell’individuo, caratterizzata da intensi cambiamenti dell’umore, delle relazioni e dell’identità. In questo periodo, la tristezza, l’irritabilità e il senso di inadeguatezza possono far parte della normale evoluzione, ma in alcuni casi configurano un vero e proprio disturbo depressivo.
Molti adolescenti vanno incontro al primo episodio depressivo proprio in questa fase di vita, eppure la depressione adolescenziale è frequentemente sottodiagnosticata. A differenza dell’adulto, l’adolescente raramente verbalizza il proprio malessere o riconosce consapevolmente di essere depresso, rendendo più difficile il riconoscimento precoce da parte di familiari e clinici.
La depressione in adolescenza è una condizione multifattoriale. Oltre alla predisposizione genetica e ai fattori neurobiologici (alterazioni dei circuiti serotoninergici, noradrenergici e dopaminergici), rivestono un ruolo fondamentale gli eventi di vita stressanti e i fattori ambientali:
Una particolare vulnerabilità è stata riscontrata negli adolescenti con bassa autostima, perfezionismo patologico e stili cognitivi negativi, come la tendenza all’autocolpevolizzazione o alla ruminazione depressiva. Inoltre, le ragazze presentano un rischio più elevato di depressione rispetto ai coetanei maschi, anche se questi ultimi mostrano un maggiore tasso di suicidio completato.
La sintomatologia depressiva in adolescenza può ricalcare quella dell’adulto, ma spesso si presenta in modo più atipico. Ai classici sintomi dell’umore (tristezza, anedonia, senso di colpa, disperazione), si associano spesso:
Una quota significativa di adolescenti depressi può sviluppare sintomi maniacali o ipomaniacali nel tempo, rientrando nell’ambito dei disturbi bipolari. Nei quadri gravi si possono manifestare pensieri suicidari, piani o tentativi concreti, e la depressione adolescenziale rappresenta una delle principali cause di suicidio in età giovanile.
La diagnosi è clinica, si basa sull’anamnesi e sull’osservazione comportamentale, i criteri diagnostici sono gli stessi dei distrurbi depressivi dell'adulto (Disturbo Depressivo Maggiore, Disturbi Bipolari) ed è talvolta supportata da scale di screening come la Children's Depression Inventory o la Beck Depression Inventory adattata all’età.
L’intervento terapeutico deve essere tempestivo e personalizzato. Nei quadri lievi-moderati si privilegia il trattamento psicoterapico:
Nei casi più gravi o resistenti può essere indicata la terapia farmacologica con antidepressivi SSRI (es. fluoxetina), iniziata solo sotto stretta supervisione psichiatrica, tenendo presente il rischio di viraggi maniacali o aumento dell’impulsività suicidaria nella fase iniziale.
La prognosi della depressione adolescenziale varia in base alla gravità, alla durata, alla comorbilità e al supporto familiare. Nei casi trattati precocemente, la remissione è possibile, ma il rischio di recidive è elevato, soprattutto se il disturbo si associa a familiarità psichiatrica o ad abuso di sostanze.
La complicanza più importante è il Rischio suicidario, il suicidio è la seconda causa di morte tra i 15 e i 19 anni.
Esistono tre principali profili di adolescenti a rischio:
Segnali d’allarme includono discorsi ricorrenti sulla morte, cambiamenti marcati del comportamento, regressione, insonnia, perdita di appetito, cessione di oggetti cari, o peggioramento scolastico. In circa la metà dei suicidi giovanili è presente un abuso recente di alcol o droghe.
Un’adeguata presa in carico, il monitoraggio longitudinale e il supporto scolastico e sociale sono essenziali per prevenire cronicizzazioni e ridurre il rischio suicidario.