Il cancro esofageo è un tumore a prognosi sfavorevole, fortunatamente però ha una bassa incidenza.
Colpisce prevalentemente gli anziani ed correlato allo stile di vita ed alle abitudini voluttuarie.
I fattori di rischio principali sono il fumo e l’alcol.
Nei paesi orientali hanno peso anche alcuni fattori alimentari come l’ingestione di cibi contaminati da muffe e l’ingestione di bevande molto calde.
Alcune patologie esofagee espongono a maggior rischio di cancro esofageo, più di tutti l’esofago di Barret (metaplasia intestinale), esofagite da reflusso, diverticoli esofagei ed acalassia.
I tumori dell’esofago presi negli stadi precoci possono essere facilmente trattati con una semplice escissione endoscopica del tumore; purtroppo per il cancro esofageo non esiste screening ne diagnosi precoce.
Ad eccezione di rari casi in un cui si riscontrano accidentalmente delle lesioni esofagee sospette nel corso di indagini eseguite per altri motivi, i pazienti generalmente giungono dal medico con malattia in stato avanzato.
La manifestazione d’esordio del cancro esofageo è in genere una disfagia di tipo ortodosso (prima per i solidi poi per i liquidi).
La disfagia si verifica prima nelle forme vegetanti che ostruiscono il lume, in quelle ulcerative ed infiltrati l’ostruzione è tipo stentino e più tardiva, così come più tardiva è la disfagia.
Altro sintomo pur’esso tardivo correlato all’ostruzione e la scialoreaa: si producono circa 7 litri di saliva al giorno che avendo difficoltà ad essere deglutiti rimangono in bocca e e spesso ne fioriscono, sopratutto di notte (il pz si sveglia che “ha fatto la bava sul cuscino).
I tumori esofagei, soprattutto quelli ulcerati, possono dare sanguinamenti, è però il riscontro di ematemesi, più spesso si ha una anemia sideropenica da cronico stillicidio ematico attraverso le lesioni esofagee.
Spesso i pazienti sono magri e talvolta anche malnutriti.
La perdita di peso è correlata alle difficoltà di alimentazione, e bisogna considerare anche che molti pazienti fanno uso di alcol (fattore di rischio più importante) e sono di basso peso anche per quello!
Altro sintomo è il dolore che però e tardivo e segno di invasione dei plessi nervosi posteriori.
A questi si aggiungono segni e sintomi di invasione per contiguità degli organi viciniori (aorta, trachea, pericardio, mediastino, vago) e di diffusione per via ematica (principali sedi di metastasi sono il fegato ed i polmoni).
La diagnosi di cancro esofageo è endoscopica.
In casso di sospetto tumore dell’esofago si esegue una esofagoscopia che consente di identificare la lesione, le sue caratteristiche macroscopiche e la sua localizzazione e dieffettuare la biopsia.
Per quanto riguarda le caratteristiche microscopiche il tumore dell’esofago può essere vegetante, ulcerante o infiltrante.
Relativamente alla posizione la maggior parte dei tumori esofagei si verificano a livello dell’esofago intermedio e distale.
A livello dell’esofago distale bisogna distinguere tra tumori dell’esofago (negli ultimi 5 cm. dell’esofago circa) tumori cordiali (a cavallo del cardias 1 cm sopra e due sotto la giunzione esofago cordiale) ed i tumori gastrici che iniziano nello stomaco prossimale e si estendono in altro attraverso il cardias coinvolgendo l’esofago.
I tumori esofagei sono per il 90% squamosi ed un 10% sono adenocarcinomi.
L’esame istologico sul materiale prelevato biopticamente consente di stabilire il grading:
Gx: il grado tumorale non può essere accertato
G1: tumore ben differenziato
G2: tumore moderatamente differenziato
G3: tumore scarsamente differenziato
G4: tumore indifferenziato.
Per la stadiazione si rende necessario il ricorso alla diagnostica per immagini con:
Ecoendoscopia: consente una valutazione accurata della malattia locale; valuta il grado di profondità a cui arriva la lesione primitiva nella parete esofagea (grado di infiltrazione) fondamentale per la valutazione del T, e consente di valutare le stazioni linfonodali locoregionali
TC total body: per l’individuazione delle metastasi a distanza.
PET: è maggiormente sensibile rispetto alla TC per l’identificazioni delle metastasi a distanza. Ovviamente se la TC è positiva abbiamo già l’informazione che ci serve relativa alla diffusione metastatica e la PET non si fa.
I dati raccolti dalla diagnostica per le immagini consentono di stadiare il tumore dell’esofago:
Classificazione TMN:
Il parametro T riflette il grado di invasione della parete esofagea
TX: la presenza di tumore primitivo non può essere accertata
T0: non evidenza di tumore primitivo
Tis: carcinoma in situ/displasia di alto grado (HGD)
T1: il tumore invade la mucosa o la lamina propria o la muscolaris mucosae o la sottomucosa:
T1a: il tumore invade la mucosa o la lamina propria o la muscolaris mucosa
T1b: il tumore invade la sottomucosa
T2: il tumore invade la muscolaris propria
T3: il tumore invade l’avventizia
T4: il tumore invade le strutture adiacenti:
T4a: il tumore invade la pleura, il pericardio o il diaframma
T4b: il tumore invade altre strutture adiacenti come l’aorta, i corpi vertebrali o la trachea
Il parametro N valuta il numero di linfonodi locoregionali coinvolti; indipendentemente dalla sede del tumore primitivo si considerano locoregionali i linfonodi dell’asse celiaco ed i paraesofagei.
NX la presenza di metastasi ai linfonodi regionali non può essere accertata
N0: non evidenza di metastasi ai linfonodi regionali
N1: metastasi in 1 o 2 linfonodi regionali
N2: metastasi in 3-6 linfonodi regionali
N3: metastasi in più di 7 linfonodi regionali
Il parametro M valuta la presenza di metastasi a distanza
Mx: la presenza di metastasi a distanza non può essere accertata