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Ritorno Venoso Polmonare Anomalo Totale (RVPAT)

Il Ritorno Venoso Polmonare Anomalo Totale (RVPAT) è una cardiopatia congenita rara, caratterizzata da un’anomala connessione di tutte le vene polmonari a vasi venosi sistemici, che impedisce al sangue ossigenato di raggiungere direttamente l’atrio sinistro. Questa condizione comporta una grave alterazione dell’emodinamica neonatale, con ipossiemia severa e sovraccarico di volume del cuore destro, richiedendo un intervento tempestivo per garantire la sopravvivenza.


Il RVPAT rappresenta circa l’1–2% di tutte le cardiopatie congenite, con un’incidenza stimata in 1 caso ogni 15.000 nati vivi. Sebbene presenti molte analogie con il Drenaggio Venoso Polmonare Anomalo Totale (TAPVR), se ne distingue per l’interposizione di vasi venosi anomali tra le vene polmonari e la circolazione sistemica, piuttosto che una connessione diretta a strutture venose sistemiche. Le principali differenze tra le due entità sono sintetizzate nella tabella comparativa in fondo alla pagina.


La sopravvivenza neonatale dipende dalla presenza di shunt compensatori che consentano un minimo passaggio di sangue ossigenato alla circolazione sistemica. I due elementi critici sono:


In assenza di queste comunicazioni, la condizione evolve rapidamente verso acidosi metabolica, shock ipossico e morte neonatale precoce. L’identificazione tempestiva è dunque fondamentale per instaurare un trattamento salvavita.

Anatomia e fisiopatologia

In condizioni normali, le quattro vene polmonari drenano il sangue ossigenato dai polmoni direttamente nell’atrio sinistro, da cui prosegue nella circolazione sistemica. Nel RVPAT, questa connessione è assente, e le vene polmonari si connettono tra loro in una confluenza venosa comune che non raggiunge l’atrio sinistro, ma si scarica in strutture venose sistemiche attraverso vasi anomali interposti.


La classificazione anatomica del RVPAT si basa sul punto in cui il sangue ossigenato entra nella circolazione sistemica:


Una complicanza tipica del RVPAT è la ostruzione del ritorno venoso, che si verifica più frequentemente rispetto al TAPVR, soprattutto nelle forme infrasistemiche. Il passaggio del sangue attraverso condotti venosi lunghi, tortuosi e stretti, che attraversano strutture come il diaframma o si comprimono tra altri organi, comporta un gradiente pressorio elevato tra il letto capillare polmonare e il punto di sbocco sistemico. Questo meccanismo genera un quadro di ipertensione polmonare grave, con conseguente edema interstiziale, riduzione della compliance polmonare, aumento del lavoro respiratorio e ipossiemia refrattaria.


Il cuore destro è esposto a un sovraccarico cronico di volume in quanto riceve il ritorno venoso sistemico e tutto il flusso polmonare ossigenato. L’ipertrofia progressiva delle cavità destre, unita all’ipertensione polmonare, può rapidamente determinare scompenso cardiaco congestizio, con compromissione multiorgano nei neonati non trattati.

Manifestazioni cliniche

Il quadro clinico del Ritorno Venoso Polmonare Anomalo Totale (RVPAT) dipende principalmente da due fattori: la presenza di ostruzione al ritorno venoso e l’adeguatezza degli shunt compensatori (PDA e DIA). Nelle forme ostruite, i sintomi si manifestano già nelle prime ore di vita, mentre nei casi non ostruiti l’esordio può essere più subdolo.


Nei neonati con ostruzione, la presentazione clinica è drammatica:


Al contrario, nelle forme non ostruttive, i neonati possono presentare una cianosi lieve-moderata, tachipnea discreta, e sintomi progressivi di congestione polmonare nei primi giorni o settimane di vita. L’esame obiettivo può evidenziare cardiomegalia, soffi funzionali, incremento dei toni cardiaci e segni di iperafflusso polmonare all’auscultazione.

Diagnosi

Il sospetto di RVPAT deve emergere in presenza di una cianosi neonatale inspiegata o di segni precoci di scompenso cardiaco in un neonato strutturalmente normale. La diagnosi richiede una valutazione integrata, incentrata su imaging ecocardiografico e tecniche avanzate di visualizzazione dell’anatomia venosa.


Gli accertamenti diagnostici seguono un percorso sequenziale:


Test accessori come l’emogasanalisi arteriosa (che mostra ipossiemia refrattaria) e il dosaggio dei lattati (spesso elevati in caso di acidosi tissutale) possono supportare la diagnosi nei neonati critici.

Trattamento

Il trattamento del RVPAT è esclusivamente chirurgico e deve essere effettuato in urgenza nei neonati con ostruzione, idealmente entro le prime 24-72 ore di vita. L’obiettivo è ristabilire una connessione diretta tra la confluenza venosa polmonare e l’atrio sinistro, ripristinando così la fisiologia emodinamica normale.


Le principali strategie chirurgiche includono:


Nei casi non ostruiti, la chirurgia può essere programmata a distanza di pochi giorni o settimane, ma è comunque indispensabile prima che si instaurino danni polmonari irreversibili.

Prognosi e complicanze

La prognosi del RVPAT è migliorata significativamente grazie all’avanzamento delle tecniche chirurgiche e alla diagnosi precoce. Se trattato tempestivamente, il tasso di sopravvivenza è oggi superiore al 85-90%, con buon recupero funzionale.


Tuttavia, il follow-up a lungo termine è essenziale per individuare precocemente possibili complicanze postoperatorie, tra cui:


Nei neonati non trattati o diagnosticati tardivamente, la mortalità supera il 90% entro i primi mesi di vita. L’ostruzione del ritorno venoso rappresenta il fattore prognostico negativo più importante, con elevato rischio di edema polmonare acuto, insufficienza multiorgano e morte improvvisa.


Una corretta identificazione prenatale e un intervento precoce in centri specializzati sono elementi determinanti per migliorare la sopravvivenza e ridurre la morbidità a lungo termine.

Caratteristica TAPVR (Drenaggio Venoso Polmonare Anomalo Totale) RVPAT (Ritorno Venoso Polmonare Anomalo Totale) Aspetti Comuni
Definizione Anomala connessione di tutte le vene polmonari a un sistema venoso sistemico, invece che all’atrio sinistro. Anomala connessione delle vene polmonari a strutture venose sistemiche con possibile ostacolo al drenaggio. Assenza di connessione diretta tra vene polmonari e atrio sinistro.
Vie di drenaggio anomalo Vena cava superiore, vena anonima, seno coronarico, vena cava inferiore, dotto venoso. Vena cava superiore, vena cava inferiore, seno coronarico o connessioni miste. Ritorno venoso polmonare avviene in sedi anomale.
Shunt compensatorio principale DIA (Difetto del Setto Interatriale): permette il passaggio di sangue ossigenato nell’atrio sinistro e garantisce ossigenazione sistemica. Pervietà del Dotto Arterioso di Botallo (PDA): necessaria per bypassare l’ostacolo al ritorno venoso polmonare e garantire perfusione sistemica. Necessità di uno shunt per mantenere la circolazione sistemica.
Presenza del DIA Sempre presente e fondamentale per la sopravvivenza. Presente ma meno critico rispetto al PDA. Il DIA consente il mescolamento del sangue.
Ruolo del PDA Non essenziale per la sopravvivenza, ma può contribuire alla circolazione. Fondamentale per mantenere la perfusione sistemica finché non si corregge l’anomalia. Il PDA può contribuire a stabilizzare temporaneamente il paziente.
Ostruzione del ritorno venoso Possibile ma non sempre presente. Più frequente, specialmente nei casi di ritorno venoso infrasistemico. L’ostruzione peggiora la prognosi in entrambe le condizioni.
Manifestazioni cliniche Cianosi neonatale, tachipnea, scompenso cardiaco progressivo. Cianosi più severa, distress respiratorio grave se il PDA si chiude. Segni di ipossiemia precoce.
Trattamento Chirurgia precoce per connettere direttamente le vene polmonari all’atrio sinistro. Chirurgia d’urgenza per ricanalizzare il ritorno venoso polmonare e chiudere il PDA. Entrambe richiedono correzione chirurgica.

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