Terapia non farmacologica dell'Ipertensione Arteriosa
L'ipertensione arteriosa rappresenta il principale fattore di rischio per patologie cardiovascolari, cerebrovascolari e renali.
L’obiettivo della terapia è ridurre la pressione arteriosa al di sotto di 140/90 mmHg nella maggior parte dei pazienti. Tuttavia, il target ottimale prevede una pressione sistolica compresa tra 120 e 129 mmHg e una pressione diastolica tra 70 e 79 mmHg, valori che garantiscono il massimo beneficio in termini di riduzione del rischio cardiovascolare. Nei pazienti anziani o fragili, il target pressorio deve essere modulato per evitare fenomeni di ipoperfusione, con valori ideali compresi tra 130 e 139 mmHg per la sistolica e 80 e 89 mmHg per la diastolica, in modo da preservare un’adeguata perfusione cerebrale e renale.
La gestione terapeutica si fonda su due strategie fondamentali: le modifiche dello stile di vita, che giocano un ruolo cruciale sia nella prevenzione che nel trattamento dell’ipertensione, e la terapia farmacologica, indicata nei casi in cui gli interventi non farmacologici risultano insufficienti o nei pazienti con ipertensione più severa.
Modifiche dello Stile di Vita
Le modifiche dello stile di vita sono importanti non solo in prevenzione ma anche come terapia, poichè contribuiscono all'abbassamento dei valori pressori. Vanno sempre affiancante alla terapia farmacologia e, nei pazienti a richio basso, rappresentano il trattamento di prima linea, potendo far rientrare i valori pressori a target senza il ricorso ai farmaci.
I 3 capisaldi della terapia non farmacologica sono l'abolizione delle abitudini voluttuose (fumo ed alcool), alimentazione sana ed attività sportiva
il fumo accelera la rigidità arteriosa, favorisce la disfunzione endoteliale e aumenta il rischio cardiovascolare complessivo (e non solo quello). Smettere di fumare è una priorità assoluta per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari e migliorare l'efficacia della terapia antipertensiva.
L’alcol ha un effetto ipertensivo dose-dipendente. L’ideale sarebbe evitarlo del tutto, soprattutto nei pazienti con ipertensione severa, diabete, insufficienza epatica o rischio cardiovascolare molto alto. Se non può essere eliminato, è fondamentale limitarne l'assunzione a meno di 10 g/die nelle donne e meno di 20 g/die negli uomini, corrispondenti a circa un bicchiere piccolo di vino per gli uomini e mezzo per le donne. Superare queste quantità aumenta il rischio di ipertensione resistente e complicanze cardiovascolari.
Il controllo del peso è il fattore modificabile più efficace per abbassare la pressione arteriosa. Una riduzione del 5-10% del peso corporeo può portare a una significativa diminuzione della pressione, in particolare nei pazienti con obesità o sovrappeso. L'Indice di Massa Corporea (IMC) ottimale si colloca tra 18,5 e 24,9 kg/m², mentre la circonferenza addominale non dovrebbe superare i 102 cm negli uomini e gli 88 cm nelle donne, poiché l’accumulo di grasso viscerale è fortemente associato all'ipertensione. Il miglior approccio per perdere peso è la combinazione di restrizione calorica moderata e attività fisica regolare.
Un regime alimentare sano, con il giusto bilanciamento di macro e micronutrienti contribuisce oltre alla riduzione del peso anche all'abbassamento della pressione arteriosa.
La Dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), stata sviluppata negli anni '90 dai National Institutes of Health (NIH), è un regime alimentare studiato per ridurre la pressione arteriosa, caratterizzato da un elevato apporto di frutta, verdura, cereali integrali, latticini a basso contenuto di grassi, proteine magre e grassi insaturi, con una riduzione del sodio, zuccheri aggiunti e grassi saturi.
Limitare l’assunzione di sodio è una delle strategie più efficaci per ridurre la pressione arteriosa. Il consumo giornaliero di sodio dovrebbe essere inferiore a 2 g, equivalenti a circa 5 g di sale da cucina. L'eccesso di sodio favorisce la ritenzione idrica e l’aumento della pressione arteriosa, motivo per cui è fondamentale evitare cibi processati, insaccati, snack salati, formaggi stagionati e piatti pronti. È consigliato sostituire il sale con spezie ed erbe aromatiche per esaltare il sapore dei cibi senza aumentarne il contenuto di sodio.
L’aumento dell’apporto di potassio favorisce la vasodilatazione e contrasta gli effetti del sodio. Il potassio è abbondante in alimenti come frutta (banane, agrumi, albicocche), verdura (spinaci, patate, pomodori), legumi e frutta secca. Tuttavia, nei pazienti con insufficienza renale, un eccesso di potassio può essere pericoloso, motivo per cui l’integrazione va monitorata attentamente.
I carboidrati dovrebbero provenire principalmente da fonti integrali, come cereali non raffinati (farro, orzo, quinoa, riso integrale, avena) e legumi. Questi alimenti garantiscono un rilascio graduale di glucosio nel sangue, migliorano la sensibilità insulinica e contribuiscono a ridurre l’infiammazione vascolare. Il consumo di zuccheri semplici e carboidrati raffinati, invece, deve essere limitato, poiché favorisce l’insulino-resistenza e l’aumento del rischio cardiovascolare.
Le proteine devono essere bilanciate tra fonti vegetali e animali. Le proteine di origine vegetale, presenti in legumi, frutta secca e soia, hanno dimostrato effetti benefici sulla pressione arteriosa. Le proteine animali dovrebbero provenire principalmente da pesce azzurro, ricco di acidi grassi omega-3, carne bianca magra e latticini a basso contenuto di grassi. Il consumo di carne rossa e insaccati va ridotto, poiché questi alimenti possono aumentare la rigidità arteriosa e favorire la disfunzione endoteliale.
I grassi devono provenire prevalentemente da fonti insaturi, come olio extravergine di oliva, frutta secca, semi e pesce ricco di omega-3. Questi grassi favoriscono la vasodilatazione, migliorano la funzione endoteliale e riducono il rischio cardiovascolare. I grassi saturi, invece, presenti in burro, carne grassa e latticini interi, devono essere consumati con moderazione, mentre i grassi trans, contenuti nei prodotti da forno industriali e nelle margarine, vanno evitati del tutto.
Inoltre, la dieta DASH incoraggia un elevato consumo di frutta e verdura, che forniscono potassio, magnesio, fibre e antiossidanti, tutti elementi che contribuiscono a regolare la pressione arteriosa. Anche il calcio, presente nei latticini a basso contenuto di grassi, e il magnesio, abbondante in frutta secca e legumi, giocano un ruolo importante nella regolazione della pressione.
Anche l'attività fisica regolare è un pilastro fondamentale nella gestione dell'ipertensione, poiché contribuisce alla riduzione della pressione arteriosa migliorando la funzione vascolare e la sensibilità insulinica. L'esercizio aerobico, come camminata veloce, nuoto o ciclismo, dovrebbe essere praticato per almeno 30 minuti al giorno per favorire il rilassamento delle arterie e migliorare la circolazione. L'allenamento di resistenza con pesi leggeri, sebbene meno studiato rispetto all'attività aerobica, può essere utile per potenziare la tonicità muscolare e migliorare il metabolismo, con effetti benefici sulla regolazione pressoria.
"La terapia non farmacologica è essenziale nel trattamento dell'ipertensione. Nei pazienti a rischio basso, rappresenta la prima linea terapeutica, mentre nei pazienti a rischio moderato o superiore viene sempre associata alla terapia farmacologica.
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