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ACCERTAMENTI E DIAGNOSI
DELLA SPONDILITE ANCHILOSANTE
Per lo studio e la valutazione
della spondilite anchilosante
è di fondamentale importanza la diagnostica per immagini.
La
radiologia tradizionale
fornisce numerosi reperti a carico di articolazioni sacroiliache e del
rachide.
L’interessamento
delle
articolazioni
sacroiliache
è sempre simmetrico, ad eccezione delle fasi inziali
in cui può essere anche asimmetrico. Nelle fasi iniziali sono
visualizzabili
perdita di definizione della rima (I stadio della
sacroileite), comparsa
di chiazze di atrofia calcare,
erosioni superficiali e sclerosi focale della corticale (II stadio
della
sacroileite). Con il progredire dei fenomeni erosivi compare
allargamento
dell’interlinea articolare, con il progredire della neoformazione ossea
reattiva compare sclerosi subcondrale ileale e ponti ossei che
determinano
inziale obliterazione della rima articolare (III stadio della
sacroileite).
Negli stadi avanzati la rima articolare è completamente obliterata,
l’osso
eburneizzato e compare anchilosi (IV stadio della sacroileite ).
L’interessamento
rachideo,
a
progressione ascendente, interessa prevalentemente le articolazioni
intervertebrali dei tratti lombosacrale e dorsale con quadri
radiologici
piuttosto significativi. I segni radiografici vengono distinti in:
- Precoci:
- Squaring
vertebrale: i corpi
vertebrali assumono forma quadrata perdendo la loro normale concavita
per
osteite dei margini anteriori ed ossificazione del legamento
longitudinale
anteriore;
- Segno di
Romanus erosione degli
angoli vertebrali anteriori;
- Tardivi:
- Shiny corner (angoli
lucenti): accentuazione
della radiopacità degli angoli vertebrali per sclerosi marginale;
- Sindesmofiti:
sottili
esuberanze ossee longitudinali connesse alla giunzione disco vertebrale
che
prolungano verticalmente il margine antero laterale dei corpi
vertebrali fino a
formare dei ponti ossei che congiungono le vertebre adiacenti;
- Avanzati:
- Canna di bambù:
l’estensione
dei sindesmofiti a tutto il rachide dorsale determina la formazione di
due
linee verticali passanti per i margini antero laterali dei corpi
vertebrali conferendo
alla colonna profili laterali ondulanti e continui ed una aspetto
somigliante a
quello di una canna di bambù;
- Segno del
binario:
l’ossificazione diffusa delle articolazioni interapofisiarie determina
due
bande varticali laterali radiopache simili ai binari del treno;
- Segno del
pugnale:
l’ossificazione dei legamenti interspinosi determina la comparsa di una
banda
verticale centrale;
- Binario a
crimagliera: segno
del binario + segno del pugnale.
A carico
del
bacino,
l’entesite
delle tuberosità ischiatiche e delle creste iliache con la
neoformazione ossea
reattiva conferiscono ai margini articolari aspetto irregolare,
lanuginoso e
baffuto.
Per
quanto riguarda i segni
radiografici delle complicanze la
spondilodiscite,
nelle fasi avanzate, si palesa con
riduzione dello spazio discale, erosioni e disostosi delle lamine
limitanti.
Nelle fasi iniziali della spondilodiscite, dove i segni radiografici
possono
essere del tutto assenti, si può ricorrere al la scintigrafia ossea con
Tc99 che
mostra un’aumentata captazione livello
intervertebrale.
Le
fratture ossee secondarie,
a
causa dei fenomeni di erosione e neoformazione, possono apparire
mascherate ed
essere difficilmente riconoscibili dalla normale Rx., mentre sono ben
evidenti
alla scintigrafia.
La
sublussazione atlo-epistrofea è apprezzabile radiograficamente ma non è
visualizzabile nelle
proiezioni standard AP ed LL della Rx e richiede proezione LL in
flesso-estensione.
La
coxite è
apprezzabile
radiograficamente con impegno concentrico della rima articolare,
formazione di
geoidi femorali ed acetabolari e negli stadi avanzati con una immagine
ad
anello circondante il collo femorale dovuta alla presenza di un cercine
osteofibroso.
I reperti
radiografici
compaiono a distanza di tempo dall’esordio dei sintomi, quindi
nonostante la
loro numerosità e specificità non consentono diagnosi precoce.
Per la
diagnosi precoce può
essere utile ricorrere alla
RMN
che attraverso l’identificazione dell’edema
osso subcondrale può
consentire di porre
diagnosi precoce di sacroileite e/o di spondilite a poche settimane di
distanza
dalla comparsa del dolore lombare o gluteo.
In base
ai
criteri di New York
modificati si può porre
diagnosi di
spondilite anchilosante qualora siano
presenti almeno un criterio radiologico ed uno clino tra i seguenti:
-
Lombalgia di durata
superiore a 3 mesi che migliora con il movimento e non con il riposo;
-
Limitazione funzionale del
rachide lombare nel piano sagittale e frontale;
-
Ridotta espansione toracica
corretta per sesso e per età;
-
Sacroileite bilaterale di
grado II-IV;
-
Sacroileite monolaterale di
grado III-IV.
La
prognosi è buona, senza riduzione dell’aspettativa di vita.
La
terapia è farmacologia a base di FANS e corticosteroidei,
fisioterapica (mobilizzazione passiva, rieducazione funzionale,
ginnastica
posturale, ginnastica respiratoria) ed eventuale terapia infiltrativa
locale
con steroidi.
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