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PATOGENESI DELL'ARTRITE REUMATOIDE
L’artrite
reumatoide si
sviluppa in un individui geneticamente predisposti per azione di un
antigene
scatenante che attiva il sistema immunitario con sviluppo di reazione
flogistica (infiammazione) e successivo automantenimento e
cronicizzazione.
La
predisposizione
genetica è
legata ai geni del complesso maggiore di istocompatibilita (HLA), in
particolare DR4 e DR1 (soprattutto il primo). I soggetti affetti da
artrite
reumatoide sono per il 60-70% DR4+, nei quali la malattia è più
aggressiva risposstto ai DR4-. Inoltre nella popolazione generalie i
soggetti DR4+ hanno un rischio di
contrarre la malattia 4-5 volte superiore rispetto ai DR4-.
L’
antigene
scatenante è
l’agente che funge da miccia innescando il processo infiammatorio. La
natura di
tale antigene è sconosciuta, sono stati variamente presi in
considerazione
differenti tipi di antigeni:
- Antigeni infettivi:
infezione
articolare o reattività crociata
- Superantigeni: si
legano
direttamente a MHC e TCR, senza necessità di essere processati dalle
APC.
- Autoantigeni:
componenti delle
strutture articolari in grado di stimolare produzione di Ig rivolti
contro loro
stessi.
L’incontro
tra l’antigene e
l’individuo geneticamente predisposto scatena una risposta immunitaria
che
coinvolge sia l’immunità innata che quella specifica ed ha come
principali effettori
del danno sinoviociti, macrofagi e linfociti.
Il
processo
patogenetico è
diviso in tre stadi, mentre quello fisiopatologico e clinico in 5 stadi.
La fasi
patogenetiche sono:
-
Fase di induzione (o
della
risposta innata) precede il primo dei cinque stadi della
classificazione
fisiopatologica e clinica: consiste in una risposta rapida a molteplici
stimoli
patogeni, più spesso di tipo esogeno, con alterazioni iniziali a carico
di sinoviociti
e capillari sinoviali che determinano iperplasia sinoviale e
deposizione di
fibrina ed attivazione di cellule mesenchimali e macrofagiche
(generalmente
via toll-like recepotor per
interazione con le PAMPS)*. Le cellule
mesenchimali e macrofagiche rilasciano citochine,
chemochine e molecole di adesione all’endotelio che predispongono
l’ambiente al
successivo arrivo di polimorfonucleati e monucleati.
-
Fase
infiammatoria (della
risposta antigene-specifica)corrisponde
agli stadi 1, 2 e 3 della classificazione fisiopatologica e clinica. In
seguito
a preattivazione dell’ambiente articolare le cellule dendridiche
presentando
l’antigene ai linfociti CD4 che producono citochine le quali
amplificano la
risposta
immunitaria nei seguenti modi:
IL-2
agendo con meccanismo
autocrino aumenta l’attività dei CD4 stessi;
la stessa IL-2, insieme ad IL4, IL5 e L6, attiva
e stimola i linfociti B;
TNF, IL-1 ed altre chemochine richiamano e
attivano i neutrofili;
TNF-β e IFN-γ attivano il sistema monocitico
macrofagico.
I linfociti B si differenziano in plasmacellulle che secernono
anticorpi, tra i quali ci sono i fattori reumatoidi (FR) che formano
degli
immunocomplessi con le IgG. Alcuni complessi FR-IgG, sospesi nel
liquido
sinoviale, attivano il complento con produzione di C3a e C5a (chemiotattici); altri
precipitano sulla
membrana danneggiandola e svolgendo una azione attrattiva nei confronti
del
panno sinoviale; altri ancora possono superare il filtro articolare e
determinare reazioni da immunocomplessi a distanza che possono portare
alla
formazione di noduli reumatoidi.
Nel frattempo i neutrofili, giunti nel liquido
sinoviale, fagocitano immunocomplessi, detriti cellulari e materiale
fibroso. Alla fagocitosi si accompagna attivazione dei sistemi
plasmatici
(coagulazione, fibrinolisi, chinine e complemento), produzione di
radicali
liberi e metaboliti dell’acido arachidonico, liberazione di enzimi
lisosomiali
(proteasi, elastasi, collagenasi) e produzione di sostanza P, di
identificazione piuttosto
recente, in grado di stimolare la crescita dei sinoviociti.
- Fase distruttiva
(mesenchimale)
corrisponde agli stadi 4 e 5 della classificazione fisiopatologica e
clinica.
E’ sostenuta da fibroblasti e sinoviociti che venogono attivati e
stimolati dalla produzione
di citochine ad opera del sistema mocito macrofagico (IL1, IL 8, CSF1
THFα) e
dei linfociti (IL6, IFNγ, TNF). I sinoviociti attivati perpetuano il
processo
infiammatorio autostimolandosi (produzione di citochine ad azione
autocrina) e
stimolando leucociti (IL15) e sistema monocitico macrofagico
(IL1, IL3
TNF M-CSF, GM-CSF) che a loro volta ristimolano i sinoviociti. I
sinoviociti sono
distinti in A e B. I sinoviociti di tipo A (simil macrofagici) sono i
più
numerosi e secernono le citochine responsabili del mantenimento dello
stato
infiammatorio. I sinoviociti B (simil fibroblastici), responsabili
della reazione mesenchimale,
hanno aspetti di tipo trasmormato simil neoplastico con incremento di
oncogeni
associati alla proliferazione, riduzione dell’apoptosi, e perdita
dell’inibizione da contatto (pannociti). Sinoviociti e
polimorfonucleati
concorrono alla formazione del panno sinoviale con danneggiamento della
cartilagine per digestione enzimatica. Concorrono, in minor misura,
alla
distruzione della cartilagine articolare anche gli immunocomplessi che
determinano danno per deposizione sulla membrana e per infiammazione
sinoviale
acuta (quelli sospesi nel liquido sinoviale che richiamano i
neutrofili). I
sonoviociti di tipo B producono anche citochine che attivano gli
osteoclasti
determinando rarefazione ossea ed erosioni.
Alle tre
fasi patogenetiche
sono stettamente connessi i cinque
stadi
fisiopatologici e clinici:
-
Stadio 1:
corrisponde al
fenomeno di presentazione dell’antigene ai linfociti T CD4, è
asintomatico e privo
di
manifestazioni istologiche e radiologiche.
-
Stadio 2:
corrisponde alla
sviluppo della sinovite acuta e all’inizio della sua cronicizzazione,
all’accumulo
di neutrofili e alle fasi inziali di formazione del panno con
iperplasia dei
sinoviociti e formazione di villi sinoviali, che crescono senza
invadere la
cartilagine ed in maniera polarizzata. Clinicamente si hanno malessere
generale, astenia, rigidità mattutina, lieve tumefazione e dolorabilità
digitopressoria
delle piccole articolazioni; non sono ancora presenti alterazioni
radiologiche.
- Stadio 3:
corrisponde all’ avanzamento
dei processi patogenetici del secondo stadio; clinicamente peggiorano i
segni e
i sintomi dello stadio precedente e si aggiungono dolore articolare e
limitazione
funzionale; radiologicamente si evidenzia un ispessimento delle capsule
articolari.
-
Stadio 4:
corrisponde all’organizzazione
del processo proliferativo sinoviale con panno invasivo, a sviluppo
centripeto,
invadente la cartilagine e l’osso subcondrale; clinicamente peggiorano
i segni
e i sintomi dello stadio precedente, in modo particolare la limitazione
funzionale; radiologicamente, ai reperti dello stadio precedente, si
aggiunge
evidenza di riduzione dello spazio articolare e osteoporosi
periarticolare;
- Stadio 5:
corrisponde ad un
importante invasione da parte del tessuto di granulazione della
cartillagine e
dell’osso subcondrale con alterazioni anche a carico di strutture
periarticolari (tendini e legamenti); clinicamente peggiorano i segni e
i
sintomi dello stadio precedente con ulteriore perdita di funzione,
notevole
limitazione dei movimenti attivi e passivi, sviluppo di deformità ed
eventuale
comparsa di manifestazioni extrarticolari; radiologicamente si
accentuano i
reperti dello stadio precedente e compaiono le erosioni.
Per facilitare la comprensione dei meccanismi patogenetici ho realizzato uno
schema riassunitivo che trovate nella pagina seguente.
*I toll like receptor sono
recettori presenti sulle cellule dell’immunità aspecifica che legano
molecole
chiamate PAMPs (pathogen associate molecular patterns), riconosciute
come non
self. Il regame TLR-PAMPs genera una cascata di eventi intracellulari
che
portano all’attivazione di fattori di trascrizione tra cui il NF-Kb che
trascrive geni coinvolti nell’immunità innata come quelli per
citochine,
chemochine e molecole di adesione all’endotelio.
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