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TALASSEMIE ED ANEMIA MEDITERRANEA
Le
talassemie alterazioni quantitative dell’emoglobina
dovute a carenza di catene globuliniche.
Sono patologie genetiche a modello mendeliano di tipo
autosomico dominante e vengono distinte in α talassemie e β talassemie
a
secondo del tipo di catena che manca.
Le β Talassemie sono particolrmente frequenti nel bacino mediterraneo e sono note anche come
anemie mediterranee.
Le aree mediterranee a maggior incidenza sono la grecia, la turchia e le isole del mediterraneo (Sicilia, Sardegna, Corsica, Cipro, Malta etc.).
Le alterazioni genetiche possono
determinare:
- abolizione
della
produzione della catena globinica coinvolta si parlerà allora di gene
talassemico 0
- riduzione
della produzione della catena globinica
coinvolta si parlerà allora di gene talassemico +
Come visto nel capitolo
generico delle
anemie del
III gruppo,
tutti i tipi di emoglobina producibili dall’uomo sono dotate di catena
α. In
caso di
omozigosi
α0
si ha la completa mancanza delle catena α e non è
possibile produrre nessun tipo di emoglobina funzionante, l’unica
emoglobina
che può formarsi è la Hb Bart (γ4), che ha un’affinità per l’ossigeno
10 volte
maggiore e non è in grado di cedere ossigeno, condizione questa
incompatibile
con la vita che porta prematuramente a morte intrauterina.
In
caso di
omozigosi
β0
invece è possibile produrre la HbA2 (α2 δ2) e la HbF (α2 γ2) e la
condizione
è compatibile con la vita ma determina una patologia molto grave
chiamata
Talassemia Major o Morbo di Coley. La mancanza di catene β determina un
eccesso
di catene α che precipitano formando dei corpi di inclusione che si
fissano
alla membrana cellulare e la danneggiano determinando grave lisi
eritoblastica
e grave riduzione della vita degli eritrociti (vita media che scende a
20-30
gg). Lo stesso accade anche in condizioni di doppia eterozigosi β0/ β+,
δβ o
per HB lepore
L’anemia è sempre molto grave
con forte riduzione di
emoglobina e globuli rossi, è fortemente ipocromica con alterazioni
morfologiche
allo striscio quali anisopoichilocitosi (forma e volume varibili),
leptocitosi
(emazie sottili), schistocitosi (presenza di frammenti di globuli
rossi), forme
bizzarre e cellule a bersaglio (zona centrale, alone intermedio chiaro
e alone
periferico scuro sono patognomiche); incremento
degli indici di emolisi (LDH e
bilitubina); incremento di EPO.
Le
manifestazioni
cliniche sono presenti già
fin dalla nascita con
sintomatologia
anemica grave con inappetenza, dispepsia, irritabilità; i
primi segni
obiettivi
riscontrabili sono con pallore, ittero, ritardo di crescita, deformità
ossee ed
un aumento di volume degli organi ipocondriaci (fegato e milza). Le
deformità
ossee e l’epatomegalia (aumento
di
dimensioni del fegato) sono causata da un
incremento
dell’emopoiesi sia
midollare
che extra midollare sostenuta ad un aumento dei livelli di EPO (ormone
che
stimola il midollo e che aumenta in condizioni di deficit di GR).
L’incremento
del tessuto emopoietico midollare (che si trova nelle ossa) comporta
una
espansione della spongiosa ossea e rarefazione della corticale
(aumentano le
dimensioni dell’osso che contiene il midollo e si assottiglia il
resto), maggiormente
evidenti a livello delle ossa piatte e di quelle corte, che esitano in
deformità ossee quali: cranio a spazzola, prominenza delle bozze
frontali,
taglio mongoloide degli occhi, prominenza delle ossa mascellari e denti
radi. Il
fegato, che è sede di emopoiesi nella vita intrauterina (dalla IV
settimana di
gestazione), in condizioni gravemente deficitarie ed in presenza di
adeguati
fattori di stimolo, può conservare tale funzione e produrre cellule
ematiche anche
dopo la
nascita, diventando sede di emopoiesi extramidollare ed andando
incontro
ad
epatomegalia (aumento di volume del fegato). Anche la milza può essere
sede di
emopoiesi extramidollare ma la splenomegalia (aumento di volume della
milza) è
primariamente dovuta a
incremento
della marginazione e distruzione
eritrocitaria (la milza ha il compito di eliminare i
globuli rossi
senescenti e
patologici, è quindi sottoposta ad un lavoro abnorme ed aumenta di
volume).
Dalla abnorme distruzione dei GR si libera una grande quantità ferro
che non
può essere smaltito tutto e permane in circolo (aumento
della sideremia, della ferritina e
della saturazione della transferrina) andando a depositarsi a livello
tissutale
e determinando danni d’organo. Si possono per tanto aggiungere alla
sintomatologia precedentemente descritta anche le manifestazioni
dell’
emocromatosi
quali miocardiopatia dilatativa con aritmie, insufficienza pancreatica
con
diabete, cirrosi epatica, insufficienza
ipofisiaria, surrenalinica e gonadica, alterazioni cutanee.
La terapia è classica è di tipo trasfusionale con associati
chelanti del ferro nel tentativo di innalzare i livelli emoglobinici e
ridurre
l’emocromatosi, con eventualmente splenectomia, al fine di allungare la
vita
dei GR.
L’unico trattamento risolutivo è il trapianto di midollo da
donatore familiare compatibile.
In condizioni di
eterozigosi
un solo gene funzionante è in
grado di produrre quantità apprezzabili di
catene globiniche e di garantire un’adeguata
funzione emoglobinica. Lo stesso si verifica nelle condizioni di
omozigosi
per
geni talassemici +. Si parla in questi casi di
Talassemia Minor.
L’anemia può
addirittura mancare, quando presente è sempre lieve con valori di Hb
che non
scendono mai sotto i 10 g/dl, incremento dei GR, microcitosi, ipocromia
e poichilocitosi.
Essendo generalmente silente passa spesso inosservata e non viene diagnostica. La
diagnosi è importati a fini
preventivi poiché l’unione di due soggetti affetti da Talassemia Minor
può
generare prole con Talassemia Major.
In caso di presenza di geni talessemici lievi o di
contemporanea presenza di una β talassemia omozigote e di una α
talessemia si
un quadro clinico di gravità compresa tra la Talessemia Major e la
Minor che va
sotto il nome di
Talassemia
intermedia. Il valori di Hb sono inferiori
a
10g/dl, è presente splenomegalia, lo sviluppo somatico e sessuale e
normale con
raggiungimento dell’età adulta. Non sono generalmente necessarie
emotrasfusioni
se non occasionalmente ed in particolari condizioni; è presente un
aumentato
livello di ferro nel sangue che può richiedere terapia ferrochelante.
Altri tipi di talassemie meno frequenti sono dati dalla:
- Talassemia
da HbH caratterizzata da una doppia
eterozigosi
per α 0/α+. C’è un sono gene α+ funzionante in grado di
produrre
quantità
apprezzabili di catene α ma inferiori al necessario, che determinano
forte
riduzione dei valori di Hb, aumento dei GR, microcitosi ed ipocromia.
La
carenza di catene α determina inoltre un eccesso di catene β che
formano HbH (emoblobina
β4). Tale forma è instabile e tende a precipitare danneggiando la
membrana del
globulo rosso che va incontro a morte prematura. Ci sono per tanto
anche i
segni dell’emolisi.
- Talassemia
lepore
dove avviene la formazione di un gene
di
fusione δβ che combinandosi con catene α normali da
origine alla
formazione di
Hb α2 δβ2 chiamata appunto Hb lepore. In condizione di omozigosi
non è
possibile creare ne HbA ne HbA2 ma solo HbF ed Hb Lepore con quadro
clinico
della Talassemia Major, mentre in eterozigosi
è possibile la produzione
di
quantità apprezzabili di Hb normali con quadro clinico della Talassemia
Minor
- δβ
Talassemia chiamata anche F-Talassemia e dovuta ad
alterazione delle catene globiniche δ e β con aumento compensatorio
della HbF
(da cui il nome di Talassemia F) in condizione di omozigosi
si
manifesta con
una lieve anemia mentre in condizione di eterozigosi
la clinica è
completamente
assente.