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ANEMIA SIDEROPENICA
(DA CARENZA DI FERRO)
L’anemia sideropenica, più comunemente nota come anemia da
carenza di ferro è una anemia del III gruppo (emoglobinopatie) poiché
il ferro
è un componente fondamentale dell’emoglobina, responsabile del legame
reversibile con l’ossigeno.
Il ferro necessario alla sintesi emoblobinica viene
per la maggior parte riciclato dal catabolismo dell’emoglobina stessa,
quello
assorbito con gli alimenti ogni giorno è una quantità bassa che
corrisponde al
Ferro perso con il sudore, l'esfoliazione intestinale e l’emoblobinuria
fisiologica.
Per l’uomo il fabbisogno è di circa 1 mg, per la donna 1,5
mg (con
un incremento delle perdite di 10-20 mg durante le mestruazioni) che
aumenta in
corso di gravidanza a circa 2,5 mg. Una dieta giornaliera normale ha un
contenuto in ferro di circa 20-30 mg.
Nello
stomaco il ferro viene liberato dai cibi e viene assorbito a livello
del
duodeno e del digiuno.
La maggior parte del ferro assorbito con la
dieta è
ferro emico (presente nell’emoglobina e nella mioglobina contenute
nella carne)
che può essere assorbito direttamente, una quota minore è ferro non
emico
(vegetali) che deve essere legato ad un chelante; la composizione della
dieta
influenza quindi l’assorbimento di ferro.
Il ferro viene assorbito a livello intestinale
attraverso
tre proteine:
- DMT-1
situate sulla membrana apicale (quello che guarda verso il
lume intestinale) dei villi intestinali che fa entrare il ferro (fe++)
nelle
cellule;
- ferroportina
che trasporta il ferro dalla membrana apicale a quella
baso laterale (si trova dalla parte opposta che affaccia nel torrente
circolattorio);
- efestina
situata sulla membrana baso laterale che ossida il
ferro a Fe+++ prima che questo entri nel circolo;
A queste si aggiunge l'
epcidina
proteina regolatrice
che lega la ferroprtina favorendone il passaggio all’interno della
cellula
intestinale e la degradazione; per tanto gli aumenti di epcidina
regolano
negativamente l’assorbimento di ferro (la sua presenza riduce
l’assorbimento
del ferro.
Nel plasma il Ferro viene legato alla
trasnferinna (la sua
produzione
avviene negli epatociti ed è regolata dal contenuto intracellulare di
ferro con
un meccanismo fedeback negativo).
Ogni
molecola di transferrina possiede due siti di legame per Fe+++ e viene
distinta
in
apotransferinna quando entrambi i siti di legami suono vuoti (è
priva di
ferro) e tranferrina
monoferrica o
diferrica rispettivamente quando è
occupato
un solo sito di legame o entrambi.
La
trasnferrina trasporta il ferro ai tessuti dove viene internalizzata
nelle
cellule tramite un recettore specifico, cede il ferro, e viene espulsa
tornando
a circolare come apotransferrina. La quantità di recettori per la
transferrina
presente sulla membrana delle cellule è regolato dal contenuro
intracellulare
di ferro, aumenta quando c’è bisogno di ferro e diminuisce nella
condizione
opposta.
Il ferro ceduto ai tessuti e non utilizzato per la sintesi
emoglobina
e per le altre vie metaboliche in cui è implicato, viene immagazzinato
sotto forma
di ferritina ed emosiderina. L’
emosiderina
è un aggregato di molecole di
ferritina denaturate. La
ferritina
è la forma di deposito di pronto utilizzo
che serve a mobilizzare rapidamente il ferro in condizioni di aumentato
fabbisogno o di carenze. Una piccola quota di ferritina pari all’1% circola nel sangue ed è
specchio fedele del
contenuto intrecellulare.
La quantità totale di ferro nell’organismo è
pari a 3,5-5
g suddivisi in emoglobina per 65%, ferritina per il 30%, mioglobina per
il 3%,
pool labile per il 1,5%.
In caso di carenza di ferro (bilancio negativo tra entrate e
uscite di ferro) l’organismo mobilizza il ferro dai depositi garantendo il
normale
funzionamento delle vie metaboliche ferro dipendenti fino al
depauperamento
delle riserve.
Quando le riserve sono finite l’organismo privilegia la
sintesi
di emoglobina rispetto alle altre vie metaboliche che utilizzano il
ferro. Per
tanto l’iposiderosi tissutale precede sempre la comparsa di anemia.
Le prime
alterazioni
laboratoristiche riscontrabili sono
dovuti alla
carenza di ferro: iposideremia (ferro nel sangue
diminuito),
ipoferritinemia (ferritina nel sangue, specchio fedele dei depositi
diminuita),
ipertransferrinemia insatura e satura (aumento della trasferrita
dovuta alla
necessita di veicolare il sangue dai depositi), riduzione della
saturazione
transferrinica (meno siti di legame occupati dal ferro).
Successivamente compaiono quelli dell’
anemia con riduzione
di Hb, Ht, MCV, MCHC e MCH con un anemia microcitica ed ipocromica: i
GR nelle
forme aneimche lieve sono generalmente normali, nelle forme severe
diminuiscono
anche i GR ma in maniera molto meno pronunciata rispetto a Hb ed a Ht
permanendo la microcitosi e l’ipocromia.
Da un punto di vista
clinico
le anemie sideropeniche, sono
per la maggior parte croniche ed a lenta evoluzione e sono ben
compensate
potendo risultare asintomatiche fino a valori di Hb anche molto bassi,
nell’ordine
di 8-6 g/dl ottimamente bilanciate con la sintomatologia anemica che
compare
dopo sforzi via via sempre più lievi; nei casi in cui l’anemizzazione è
rapida (nell’arco
di alcuni mesi) l’efficienza dei meccanismi di compenso viene meno e si
manifestano da subito i sintomi dell’anemia principalmente con astenia,
proporzionale al grado di riduzione dell’anemia.
La clinica è dovuta ad:
- anemia:
pallore dapprima solo mucoso, poi anche cutaneo, astenia,
affaticabilità, difficoltà di concetrazione e memoria, nei bambini
anche
irritabilità, labilità psichica ed emotiva,
- carenza
di ferro: manifestazioni a carico prevalentemente degli
annessi cutanei con secchezza e fragilità dei capelli, unghie fragili,
desquamate,
striate, assottigliate con coilonichia (unghie scavate a cucchiaio,
molto
specifico di carenza marziale); ma anche a carico delle mucose
dell’apparato
digerente con lingua liscia, arrossata con atrofia delle papille,
dolori e
bruciori, mucosa orale, sottile, arrossata ed urente, stomatite
angolare
(presenza di ulcerazioni e fissurazioni ai lati della bocca); gastrite
superficiale, più raramente atrofica, con ipocloridia.
L’associazione
stomatite angolare della bocca, alterazioni linguali ed anemia
ipocromica
prende il nome di sindrome di Plummer Wilson.
Le
cause della
carenza di ferro possono essere dovute o ad
una riduzione delle entrate o ad un aumento delle perdite.
La riduzione delle entrate è
dovuta
principalmente a dieta carente o malassorbimento mentre quelle da
aumento delle
perdite sono dovute a sanguinamenti.
Nei Bambini, che per via della
crescita
hanno un aumentato fabbisogno di ferro, la causa più frequente è quella
da
riduzione delle entrate (più spesso di tipo dietetico) mentre negli
adulti la
causa più frequente è un aumento delle perdite, nelle donne per ipermenorrea (sanguinamento
maggiore nel
normale con le mestruazioni) e negli uomini per sanguinamenti occulti
intestinali.
La
terapia
prevede la rimozione della causa della carenza di
ferro e la terapia sostitutiva con Sali ferrosi.