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II GRUPPO: ERITROPOIESI
INEFFICIENTE
Le anemie
del II gruppo sono dovute ad un deficit dell’eritropoiesi
(processo che, trasforma gli eritoblasti in eritrociti) Il difetto è
dovuto
ad alterazioni della sintesi del DNA che risulta essere ritardata
mentre la
sintesi di RNA ed emoglobina continua
normalmente, determinando così un
accumulo di materiale citosolico con eritoblasti che diventano molto
più grandi
del normale e vanno incontro a morte midollare.
Gli eritoblasti che
riescono a portare
a compimento il loro processo maturativo danno
origine a globuli rossi molto grandi
(probabilmente per salto di una divisione mitotica).
Per tali motivi in
questo
tipo di anemia si ha un abbassamento dei valori di Hb, GR, Ht e
reticolociti ed
il MCV risulta aumentato, così come aumentano il MCHC e il MCH, potendo
tutta
via questi ultimi due essere anche normali.
L’anemia sarà per tanto
macrocitica
(o megaloblastica) e normo o iper cromica con eritoblastosi midollare
(eccesso di eritoblasti nel midollo osseo).
Le cause
principali dell'anemia megaloblastica sono la carenza di vitamina B12 e di Acido Folico che
svolgono un
ruolo nella sintesi del DNA.
La carenza di vitamina B12 ed acido folico influisce per tanto a
livello dei
tessuti rapidamente proliferanti tra cui, oltre al midollo emopoietico,
anche
la mucosa intestinale.
Da un punto
di vista clinico oltre ai segni e sintomi tipici dell’anemia (pallore
mucoso e
cutaneo, astenia, affaticabilità, tachicardia etc.) sono presenti anche
quelli
della patologia intestinale che si manifestano tipicamente con la
Glossite di
Hunter (bruciore e parestesie linguali associati ad ipo o a trofia con
scomparsa
delle papille ed afte recidivanti), spesso con diarrea e nei casi più
avanzati
anche malassorbimento.
Motivo quest’ultimo per cui i due tipi di anemia
posso
trovarsi associati: la carenza di acido folico può determinare
malassorbimento intestinale
con conseguente riduzione dell’assorbimento della B12 e viceversa (la
carenza
di uno di questi due elementi può secondariamente determinare carenza
dell’altro
per malassorbimento intestinale).
Inoltre la vitamina B12 è impiegata anche nel
processo
di conversione di monogluatammati in poligutammati (metabolismo dei
folati) e
la sua carenza può determinare una secondaria carenza di acido folico
anche per deficit
di questa via metabolica.
La
vitamina
B12 è importante
anche nella mielinizzazione delle fibre nervose e la sua carenza può
determinare demielizzazione a cui può seguire degenerazione assonale e
nei casi
più gravi anche morte cellulare dei neuroni.
Per
cui alla sintomatologia precedentemente
descritta (anemica ed intestinale) si può aggiungere anche
sintomatologia neurologica,
le cui manifestazioni più frequenti sono andatura paretico spastica,
iperreflessia, cloni, positività dei segni di Romberg e Babinsky.
La vitamina
B12 (o cobalamina) non è sintetizzabile dall’organismo umano e viene
introdotta
con la dieta tramite le proteine animali. Giunta nello stomaco (per via
del
basso PH dello stomaco) la vitamina B12 viene distaccata dalle proteine animali e
complessata
con la Proteina R presente nella saliva e nei succhi gastrici; il
complesso
cobalimina-proteina R passa nel duodeno dove viene scisso dagli enzimi
pancreatici, e, nuovamente libera, la vitamina B12 viene legata al
fattore intrinseco
(FI) prodotto dalle cellule parietali gastriche; il nuovo complesso
B12-FI
giunge all’ilo dove viene assorbita per endocitosi dalle cellule della
mucosa
gastrica tramite un recettore specifico per il FI; la vitamina B12 viene quindi
liberata dal
fattore intrinseco ed immessa in circolo dove viaggia legata alla
transcobalamina fino alle sedi di utilizzo. La vitamina B12 non utilizzata
viene immagazzinata in sedi di deposito (principalmente il fegato) in
quantità
piuttosto elevate (da 2 a 5 mg).
Il
fabbisogno giornaliero della vitamina B12 è di 2,5 µg, normalmente
introdotti
con una dieta adeguata, ed anche ove il fabbisogno giornaliero non
venga
soddisfatto, stante la grande dimensione dei depositi, occorre molto
tempo
prima che si verifichi una carenza di B12 clinicamente rilevante.
IL
valore
normale di B12 nel siero è normale tra 200 e 900 pg; si può
diagnosticare una
carenza di B12 quando il suo valore scende sotto i 100 pg. Le cause di
carenza
di B12 posso essere dovute ad: insufficiente apporto per inadeguatezza
della
dieta o alcolismo, deficit di assorbimento per patologia intestinale, assunzione di alcuni farmaci
(es. protossido d’azoto).
Tra i
deficit di assorbimento il più frequente è il deficit da fattore
intrinseco. L’anemia
da deficit di FI prende il nome di
anemia
perniciosa. Essendo
un difetto
selettivo del FI l’assorbimento degli altri alimenti è normale con
condizioni
nutrizionali generiche soddisfacenti, è presente ovviamente la
sintomatologia
anemica, nervosa e gastrointestinale. Per la valutazione dell’attiva
del
fattore intrinseco si usa il Test di Schilling che consiste nella
somministrazione
di B12 marcata con cobalto radioattivo per vedere se la B12 viene
assorbita o
meno ed in caso di deficit di assorbimento se questo si risolve con la
contemporanea somministrazione di FI.
La terapia
delle anemie da carenza di B12 consiste nella terapia sostitutiva con
iniezione
parenterale di B12 a dose di attacco seguita da dose di mantenimento
fino all’eliminazione
ove possibile della causa della carenza. Qualora non sia possibile
eliminare la
causa della carenza di B12 la terapia sostitutiva di mantenimento va
protratta per
tutta la vita.
L’
acido
folico
(ac. pteroilmonoglutamico) viene introdotto col la dieta sotto forma di
folati (poligluttammati) tramite frutta e ortaggi crudi (i folati
vengono in
gran parte distrutti dalla cottura).
I poliglutammati introdotti con la
dieta,
a livello dell’orletto a spazzola del
digiuno prossimale, vengono trasformati in monoglutammato (ac. folico)
da una
idrolasi specifica, passa quindi nel sangue dove corre legato
all’albumina o
alla α2macroglobulina fino alle sedi di utilizzo ove viene scisso dalle
proteine di trasporto e ricorvertito da monoglutammato a poliglutammato
(reazione questa catalizzata dalla B12). Il dosaggio dell’acido folico
nel siero
ha un range di normalità compreso tra 6 e 20 ng/ml, è considerata
diagnostica
di stato carenziale una concentrazione al di sotto di 4 ng/ml.
Le cause
di
carenza di acido folico posso essere dovute ad: insufficiente apporto
per
inadeguatezza della dieta o alcolismo, deficit di assorbimento per
patologia
intestinale, assunzione
di alcuni farmaci
(es. methotrexate, barbiturici, etc. ..), aumentato fabbisogno (crescita, gravidanza, neoplasie, etc. …).
La terapia è
sostitutiva con assunzione di folati per via orale e, quando possibile, volta alla rimozione della causa.