L’anemia da flogosi cronica è una anemia del III gruppo che
presenta molti aspetti in comune con l’anemia siderocarenziale essendo
presente
anche nella flogosi cronica una diminuzione del ferro.
Viene definita anche anemia da disordine cronico e può presentarsi
anche in corso di patologia neoplastica.
Epidemiologicamente rappresenta la forma di anemia più comune negli
anziani.
Le infezioni croniche possono determinare una riduzione del
Ferro attraverso una molteplici meccanismi:
Riduzione del passaggio del ferro dai depositi macrofagici
all’eritrone
per utilizzo del ferro da parte dei macrofagi
Riduzione dell’assorbimento intestinale
del Ferro dovuto ad
un incremento dell’epcidina,
che è anche una proteina della fase acuta che
aumenta nelle condizioni di flogosi
Incremento della lattoferrina,
prodotta dei neutrofili nel
corso dei fenomeni flogistici che compete con la transferrina, sottraendole il ferro.
Ai meccanismi di riduzione della disponibilità del ferro dei
processi emopoietici nella flogosi cronica possono aggiungersi altri
meccanismi
indipendenti dal ferro e correlati al rilascio delle citochine
infiammatorie
(principalmente IL-1, TNFα e IFNγ) che possono determinare:
tossicità diretta contro il midollo con
riduzione dell'eritropoiesi
Inadeguata produzione renale dei
livelli di EPO (insufficienza eritropoietica relativa con mancato
aumento di
EPO in risposta ad anemia)
Attivazione aspecifica della emocateresi
macrofagica con conseguente riduzione della vita media dei GR.
Laboratoristicamente si ha riscontro di valori di emoglobina
generalmente tra 9 e 11 g/dl che solo raramente scende sotto il valore
di 9
g/dl , numero di GR normale e riduzione di MCV, MCHC, MCH. L’anemia
risulta
essere pertanto sempre lieve, microcitica ed ipocromica, esattamente
come
quella sideropenica, con cui ha in comune anche la diminuzione della
sideremia.
La diagnosi differenziale, come visibile nell’albero diagnostico
è data da
ferritina
che esrpime l'entità dei depositi marziali, poichè in realtà non c'è
carenza di ferro, rimane nella norma e più spesso aumenta (invece nella
sideropenica diminuisce per utilizzo della riseerva di ferro)
transferrina
lega e trasporta il ferro e nella flogosi cronica diminuisce (sia la
satura che la insatura) primariamente per la competizione della
lattoferrina (che lega il ferro con maggiore affinità) e per la mancata
mobilizzazione del fetto dai depositi. (invece nella sideropenica,
stante la liberazione del ferro dai sui depositi, è necessario una
maggiore aumento dei trasportatori del ferro e quinidi aumenta)
Altri parametri che si riscontrano nell’anemia da flogosi
cronica sono ovviamente l’incremento degli indici di flogosi (VES e PCR
su
tutti).
La clinica dipende fondamentalmente dalla patologia di base, cui
l'anemia risulta essere secondaria, ed essendo l'anemia sempre molto
lieve, generalmente non da sintomi che si aggiungono alla
sintomatologia di base.
Questa forma di anemia regresdisce soltanto con la remissione della
patologia di base.
Quindi la terapia fondamentale è la risoluzione della
flogosi cronica e decorso e prognosi sono quelli della patologia
infiammatoria
alla base dell’anemia. Nei casi in cui non sia curabile la patologia
infiammatoria
si può rendere necessario l’instaurarsi di una terapia di supporto per
la
correzione dell’anemia. Non essendoci una reale mancanza di ferro (il
ferro c’è
ma non viene utilizzato) la terapia con Sali di ferro è inutile. Si può
somministrare eritropoietina ricombinante umana nel caso sia presente una
riduzione
di EPO o terapia trasfusionale.