Le immunodeficienze
da deficit dei fagociti possono essere dovute a
riduzione quantitativa dei fagociti e/o a loro alterazione funzionale.
Le immunodeficienze primitive da deficit
quantitativo dei fagociti sono
per la maggior parte neutropenie primarie
da difetti initrinseci della mielopoiesi caratterizzate da infezioni
ricorrenti da Gram – a carico di cute e mucose (foruncoli ascessi e
gengiviti).
Tra queste forme si annoverano:
neutropenia
congenita severa: è
autosomica è piò essere trasmessa sia in modo autosomico che dominante,
la neutropenia è marcata e l'unica possibilità di cura il trapianto;
neutropenia
ciclica: autosimica
dominante, caratterizzata da oscillazioni del numero dei neutrofili
(periodi normali alternati a periodi di forte neutropenia), dovuta a
difetto di funzionamento dell’elastasi con alterazioni della
maturazione dei neutrofili;
sindrome
di Kostam: autosomica
recessiva
caratterizzata da difetti maturativi della via mielopoietica con blocco
della mielopoiesi allo stadio di promielocita. Unica soluzione il
trapianto.
neutropenie dovute a patologia
monoclonale della linea emopoietica (leucemie mieloidi,
sindromi
mileodisplastiche e mieloproliferative), ampliamente trattate nella
sezione sulle leucemie.
Le immunodeficicenze primitive da deficit
funzionale dei fagociti sono dovute a mutazioni genetiche
che
interessano strutture responsabili della funzione dei fagociti e
possono presentarsi anche con numero normale o aumentato di neutrofili
(leucocitosi).
Si possono avere alterazioni del metabolismo cellulare dei fagociti,
dell'adesione, della chemiotassi e del killing.
Le principali immunodeficienze da alterazioni funzionali dei fagociti
sono la Malattia Granulomatosa Cronica, Deficit di adesione
leucocitaria (LAD 1 e 2)
Deficit di glucosio 6 fosfato deidrogenasi, Deficit di
mieloperossidasi, Deficit di formazione dei granuli secondari, Sindrome
di Chediak Higashi.
Per le indagini laboratoristiche da eseguirsi in caso di deficit dei
fagociti si rimanda al capitolo sulle generalità
delle
immunodeficienze
MALATTIA
GRANULOMATOSA CRONICA
La malattia
grenulomatosa cronica è una immunodeficienza
caratterizzata
da deficit della funzione di Killing di neutrofili, monociti e
macrofagi.
La malattia granulomatosa cronica nel 75% dei casi è a trasmissione
genosomica recessiva legata al cromosoma X e nei restanti casi è
autosomica recessiva.
La malattia granulomatosa cronica si caratterizza per una ridotta
funzionalità della NADPH ossidasi.
La NADPH ossidasi
è costituita da 4
subunità proteiche di cui la p22 e la gp91 situate sulla membrana che
costituiscono il complesso del citocromo b ed altre 2 la p47 e la p67,
citoplasmatiche, che in risposta all’attivazione cellulare migrano
sulla membrana per formare il complesso dotato di attività ossidasica.
La NADPH ossidasi è responsabile della produzione di acqua ossigenata e
perossido d’idrogeno che a loro volta sono responsabili
dell’attivazione di elastasi e catepsina.
Nella malattia granulomatosa
cronica X-linked la mutazione genetica interessa la catena gp91, nella
forma autosomica recessiva la mutazione genetica può essere a carico di
p22, p47 o p67.
La caratteristica
clinica della malattia granulomatosa cronica è la
presenza di infezioni
ricorrenti con lesioni infiammatorie ad
evoluzione granulomatosa con formazione di aggregati di cellule giganti
e macrofagi ripieni di lipidi (granulomi)
che provocano danni
parenchimali ed ostruzioni
meccaniche.
Le infezioni si verificano molto frequentemente (più del 60%) a carico
della cute, dell’apparato respiratorio, con precoce compromissione
polmonare e dei linfonodi, meno frequenti (20-60%) sono le infezioni
dell’orecchio
medio, delle ossa, sporadiche (meno del 20%) sono invece le infezioni a
carico dei seni paranasali (sinusiti) del SNC e delle meningi e del
pericardio.
Le infezioni ad evoluzione granulomatosa determinano la
formazione di ascessi
che necessitano di toilette chirugica.
Le
infezioni sono sostenute prevalentemente da Funghi (Aspergillus e
Candida) e batteri catalasi positivi (Staphylococcus Aureu, Salmonella,
Pseudomonas).
Il paziente presenta spesso pallore, astenia, malessere
generale, diarrea con malassorbimento e ritardo di crescita,
epatosplenomegalia e sintomi e segni relativi alla sede di infezione ed
all’eventuale ostruzione da parte dei granulomi di vie aeree, urinarie
e digerenti.
La granulomatosi cronica X-linked ha un esordio precoce con clinica
severa e manifesta già nei primi mesi di vita.
La granulomatosi cronica autosomica recessiva esordisce più tardi,
generalmente entro i 2 anni ed ha manifestazioni cliniche più lievi e
talvolta può restare misconosciuta fino alla tarda infanzia o
addirittura all’adolescenza.
Per la valutazione del deficit di NADPH ossidasi, tipico della malattia
granulomatosa cronica si utilizza classicamente il NBT test che
consente di indentificare però solo i soggetti affetti da malattia
granulomatosa cronica X-linked.
Nella malattia granulomatosa cronica
autosomica recessiva la quantità residua di NADPH ossidasi è in grado
di ossidare il nitroblu tretazolio (NBT) e si rende quindi necessario
il ricorso ad altre metodiche quantificative del brust respiratorio o
all’identificazione delle subunità dell’enzima.
Per ulteriori dettagli
sugli accertamenti laboratoristici delle funzioni fagocitarie si
rimanda alla pagina sulla
generalità delle immunodeficienze.
L’analisi della mutazione del gene diagnosi certa anche prenatale La
terapia e sintomatica ed antiinfettiva, l’unico trattamento risolutivo
è il trapianto di midollo.