Le
coagulopatie sono malattie emorragiche determinate da difetti
plasmatici con carenza di uno o più fattori della coagulazione.
Le manifestazioni
cliniche
sono quasi esculisvamente di tipo plasmatico, salvo poche eccesione
come la
malattia di von Willebrand che interferendo anche con l’aggregazione
piastrinica può determinare anche manifestazioni emorragiche di tipo
piastrinico.
Le manifestazioni
emorragiche di tipo plasmatico consistono prevalentemente
in:
Ecchimosi:
sono versamenti emorragici superficiali di cute o mucose di grandi
dimensioni. Se di piccole dimensioni sono più spesso da deficit
piastrinico.
Ematomi:
sono versamenti emorragici profondi
Emartri:
sono versamenti emorragici nel cavo articolare, caratteristici degli
stati emofilici, sopratutto in corrispondenza dell’acquisizione delle
capacità deambulatorie.
Emorragie
interne:
sono emorragie profonde che si verificano a livello degli organi
interni e si manifestano con ematemesi (sangue nel vomito), melena
(sangue nelle feci), ematuria (sangue nelle urine) e menometrorragia
(sanguinamenti uterini). Possono presentarsi sia in caso di alterazioni
vasculo-piastriniche che plasmatiche.
La funzionalità della
cascata coagulativa si valuta con
Tempo
di tromboblastina parziale
attivato (PTT): esplora la funzionalità della via
intrinseca e della
via comune ed è più spesso espresso come PTT ratio (rapporto PTT del
paziente ed il PTT di un pool di plasma normale)
Tempo
di protrombina (PT): esplora la funzionalità della via
estrinseca
e della via comune viene espresso più spesso come PTT ratio (rapporto
tra il PT del paziente ed il PT di un pool di plasma normale) o INR (PT
ratio elevato all’ISI con ISI che è un numero che tiene conto del
reagente utilizzato).
In caso di allungamento del PTT con PT normale il deficit è a carico
della via intrinseca In caso di allungamento del PT con PTT normale il
deficit è a carico della via estrinseca
Se sono alterati sia il PT che Il PTT è da sospettarsi un’alterazione
della via comune.
Il tempo
di emmorragia, che indica invece la funzionalità della
fase
vasculopiastrinica è sempre normale ad eccezione della mallattia di von
Willebrand dove vi è un coinvolgimento anche di adesione ed
aggregazione piastrinica.
Le coagulopatie possono essere distinte in congenite ed acquisite.
Le coagulopatie
congenite sono
ereditarie ma non necessariamente si manifestano già alla nascita,
alcune come le emofilie danno le prime manifestazioni cliniche con
emartri in occasione dell'inizio della deambulazione, altre ancora
possono rimanere silenti fino all'età adultà ed altre ancora possono
dare segno di sè sono in occasione di traumi o interventi chirurgici.
Le coagulopatie congenitepossono
essere genosomiche a trasmissione
diagenica o autosomiche, più spesso di tipo eterozigotico.
Le coagulopatie congenite di maggior rilevanza sono:
Le coagulopatie
acquisite sono più
tipiche dell'età adultà e sono in genere secondarie ad altri processi
patologici che interferiscono a vario livello con la cascata
coagulativa.
Le coagulopatie acquisite di maggior
rilevanza sono: