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CRIOGLOBULINEMIE
Le crioglobulinemie sono malattie linfoproliferative croniche
caratterizzate dalla presenza in circolo di un eccesso di
crioglobuline. Le
crioglobuline sono immunoglobuline che precipitano a basse temperatura,
soono
presenti in basse concentrazione (<30 µg/ml) anche in soggetti
sani. La
precipitazione è riversibile con Ig che tornano in soluzione con
l’aumento
della temperatura.
L’eziologia non è certa, pare ci sia un’alterazione
strutturale a carico della struttura primaria delle catene leggere e
pesanti
delle Ig.
Possono essere
idiopatiche o associate ad
altre condizioni patologiche quali disordini linfoproliferativi,
malattie
autoimmuni, infettive ed epatopatie.
In base al tipo di immunoglobuline coinvolte
vengono distinte in:
- Crioglobulinemia di tipo I:
Ig completa
monoclonale più frequentemente IgM, raramente IgG ed IgA
Crioglobulinemia di tipo II:
immunoglobulina
monoclonale di tipo IgM, spesso con catena leggera k ed attività di
fattore
reumatoide più immunoglobulina policlonane di tipo IgG;
Crioglobulinemia di tipo III:
due o più
immunoglobuline monoclonali di cui una (quasi sempre di tipo IgM)
dotata di
attività anticorporale nei confronti dell’altra (sovente di tipo IgG).
Le
crioblobulinemie miste
essenziali, strutturalemnte assimilabili spesso
alle crioglobulinemia di
tipo II, più raramente di tipo III, un tempo definite essenziali perché
apparentemente non correlate ad alcuna patologia. Di recente è stata
dimostrata
una correlazione eziopatogenica con il virus per l’epatite C.
Esordio e decorso posso
essere asintomatici
in una percentuale di casi variabile dal 20 al 50% a secondo del tipo
di
crioglobulinemia.
Le
manifestazioni cliniche,
quando presenti
si estrinsecano, prevalentemente a livello cutaneo con quadri di
porpora vascolare, fenomeno di Raynaud, acrocianosi ed ulcere, con
maggiore
incidenza nel periodo invernale e nei distretti corporei più esposti al
freddo
(dita, naso, orecchie). Sono abbastanza frequenti anche le atralgie,
soprattutto nelle crioglobulinemie di tipo II e III. Il danno d’organo
più
frequente è a carico del rene con glomerulonefrite (proliferativa o
membrano
proliferativa) e possibile sviluppo di insufficienza renale. Più
raramente sono
colpiti anche SNC e fegato.
L’accertamento laboratoristico diagnostico
consiste nel prelevare il sangue del paziente a 37 °C e mantenerlo in
provetta
per almeno 48 ore alla temperatura di 24 °C. In caso di
crioglobulinemia le
crioglobuline precipitano sul fondo della provetta e possono quindi
essere
quantificate e tipizzate.
Decorso, prognosi e
terapia dipendono dalla
patologia di base che determina la produzione di crioglobuline.
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