Cerca nel sito...
Google Ricerca personalizzata
INSUFFICIENZA AORTICA
Si definisce
insufficienza
aortica quella patologia valvolare nella
quale viene meno la funzione di contenzione della valvola aortica con
passaggio retrogrado di sangue dall’aorta al ventricolo sx. durante la
diastole.
La disfunzione aortica può essere dovuta ad alterazioni delle
semilunari aortiche in esito ad insulti infiammatori, metabolici o
meccanici e/o a dilatazione della radice aortica per patologie
infiammatorie (es. lue) e non (es. ipertensione arteriosa di lunga
durata) o perdita del supporto commisurale (es. dissecazione aortica).
La
causa
più frequente di insufficienza aortica (circa 2/3) dei casi è
la malattia reumatica che determina accorciamento, deformità ed
ispessimento delle cuspidi valvolari.
L’insufficienza aortica può essere acuta o cronica.
Nell’insufficienza aortica cronica, che si instaura lentamente e
progressivamente il cuore ha il tempo di adattarsi, mettendo in atto
dei
meccanismi
di compenso molto efficaci che garantiscono una normale
funzione anche per molto tempo.
Il reflusso di sangue dall’aorta al ventricolo determina un aumento del
volume ematico a cui il ventricolo risponde con dilatazione.
La
dilatazione a sua volta determina un aumento della tensione parietale
che rappresenta uno stimolo alla proliferazione in serie dei sarcomeri
cardiaci con sviluppo di una
ipertrofia
eccentrica adeguate
(conservazione del normale rapporto M/V -- legge di Laplace: pressione
=
tensione/raggio).
La massa cardiaca aumenta enormemente fino ad
arrivare a pesare anche più di 1 Kg (
cor
bovinum).
Come in tutte le condizioni di aumentato volume telediastolico si
verifica un aumento delle pressioni atriale e polmonare con comparsa di
dispnea inizialmente solo dopo sforzi notevoli.
Per quanto sia efficiente l’ipertrofia eccentrica, il suo compenso non
è eterno, ed il ventricolo con il tempo riduce la sua gittata fino a
diventare insufficiente.
Il
passaggio
alla insufficienza ventricolare è lungo e graduale e si
distinguono 4 fasi fisiopatologiche del decorso dell’insufficienza
aortica:
- Equilibrio
stabile: cardiomegalia con funzione ventricolare quasi
normale, compenso eccellente e paziente asintomatico.
- Equilibrio
labile: con il tempo l’ipertrofia diventa meno efficiente
per usura metabolica e sintesi proteica con aumento del tessuto
collagene; aumenta lo stress ventricolare con depressione della
contrattilità ma la clinica è ancora silente con paziente asintomatico.
- Compenso
labile: con il progredire dell’insufficienza aumentano
progressivamente lo stress ventricolare e la depressione contrattile
con ventricolo che va in sofferenza in caso di aumentate richieste
metaboliche. La clinica è ancora normale in condizioni basali, con
riduzione significativa degli indici di pompa nelle prove da sforzo.
- Insufficienza
ventricolare: ventricolo non in grado di soddisfare le
esigenze circolatorie neanche a riposo, FE ridotta e sintomatologia
clinica manifesta.
Nell’
insufficienza
aortica acuta, dovuta a cause
improvvise (es. lacerazioni o perforazioni in corso di endocardite
infettiva), il ventricolo sinistro non ha il tempo di adeguarsi e non
riesce a contenere l’improvviso sovraccarico di volume, il che
determina consensuale aumento della pressione atriale e stasi nel
circolo polmonare ad evoluzione in shock cardiogeno ed edema polmonare
acuto.
Le acuzie possono insorgere de novo o su valvole già compromesse
facendo precipitare uno dei qualunque stadi dell’insufficienza aortica
cronica in insufficienza aortica acuta, con manifestazioni cliniche
dell’edema polmonare acuto.
Le
manifestazioni
cliniche dell’insufficienza aortica cronica possono
essere silenti anche per lungo tempo, nella fase di equilibrio stabile
e di equilibrio labile il paziente non avverte sintomi, talvolta può
percepire sensazioni di pulsazioni al collo ed al giugulo.
Nella fase
del compenso labile i sintomi in condizioni di riposo sono di norma
assenti, tranne eventualmente una modica astenia, e compaiono solo in
condizioni di aumentate necessità circolatorie, quale la dispnea da
sforzo.
La fase terminale, quella dell’insufficienza ventricolare, è
caratterizzata
dalla presenza di angina pectoris, poco rispondente alla terapia, cui
possono aggiungersi sintomi coronaropatici e sintomi da edema polmonare
acuto (20% dei soggetti).
I
reperti
obiettivi, nelle fasi precoci di
malattia, possono essere assenti, e divengono manifesti con il
progredire dalla patologia.
All’
ispezione
il paziente appare pallido, in caso di stasi polmonare
cianotico.
Alla
palpazione
si apprezza
polso
scoccante, presente anche nelle fasi
di compenso e dovuto alla brusca caduta della pressione diastolica, ed
itto puntale iperdinamico e spostato in basso e a sinistra.
Alla
percussione
l’aia cardiaca risulta ingrandita.
All’
auscultazione
la componente aortica del II tono può essere ridotta
e sono spesso presenti anche un terzo e quarto tono.
Il reperto
auscultatorio più significativo è un
soffio olodiastolico in
decrescendo, dovuto al passaggio retrogrado di sangue
dall’aorta in
ventricolo durante la diastole che diminuisce d’intensità man mano che
il ventricolo si riempe.
Spesso è presente anche un soffio sistolico,
indipendentemente dalla concomitanza o meno di stenosi, dovuto a flussi
vorticosi durante l’eiezione ventricolare, ed anche un soffio
mesotelediastolico (
Soffio
di Austin Flint) provocato dal
coinvolgimento mitralico, per spostamento anteriore dei lembi in
consonanza con il reflusso.
E’ constante anche un
incremento
della pressione arteriosa
differenziale per aumento della pressione sistolica e
diminuzione di
quella diastolica.
Nell’insufficienza aortica acuta, i reperti obiettivi, mancando
l’ipertrofia eccentrinca sono differenti: il polso e piccolo non
scoccante e la pressione differenziale aumentata solo di poco; Il I
tono è ridotto per precoce chiusura mitralica ed il II spesso aumentato
per ipertensione polmonare, spesso è presente ritmo di galoppo con III
e VI tono, il soffio diastolico è breve per il rapido aumento della
pressione diastolica che riduce il gradiente ventricolare.
L’
ECG
nelle forme lievi può essere del tutto normale o mostrare solo
segni generici di ipertrofia ventricolare sinistra. Nelle forma più
severe all’ECG si evidenziano i segni della compromissione ventricolare
con aumento del voltaggio del QSR (maggior contrazione ventricolare),
nella fase del compenso labile (III fase) sono evidenti anche
sottoslivellamento ST ed T negativa ed asimmetrica; nella fase
dell’insufficienza (IV fase) l’onda T diviene negativa e simmetrica ed
è frequente la presenza di blocco di branca sx.
Nelle forme acute L’ECG mostra invece tachicardia sinusale ed
alterazioni del tratto ST.
La
radiografia
del torace nelle forme croniche mostra l’ingrandimento
dell’ombra cardiaca con incremento e dilatazione delle camere sinistre,
soprattutto quella ventricolare con III arco di sinistra allungato e
prominente, per coinvolgimento polmonare possono essere visibili
alterazioni della circolazione polmonare nei campi polmonari.
Nelle forme acute mancano i reperti cardiaci ma sono visibili quelli
dell’edema polmonare.
L’
ecocardiografia
bidimensionale, transtoracica o transesofagea,
integrata dallo studio Doppler, consente la valutazione di morfologia e
dimensioni delle camere cardiache, dell’ipertrofia ventricolare e della
sua adeguatezza, valutazione morfologica e funzionale delle valvole e
del rigurgito, di cui è possibile anche una valutazione quantitativa.
L’
aortografia
con mezzo di contrasto (m.d.c.) consente una valutazione
accurata dell’aorta ascendente e dell’entità del rigurgito che viene
classificato in:
- Lieve (1+): la camera
ventricolare e solo
parzialmente opacizzata dal
m.d.c. e si lava completamente in sistole.
- Moderato (2+): la camera
ventricolare è
opacizzata in toto, ma meno del
bulbo aortico e non si lava completamente durante la sistole.
- Medio (3+): la camera
ventricolare si
opacizza in toto, con la stessa
intensità del bulbo aortico.
- Massivo (4+): la camera
ventricolare si
opacizza in toto e con intensità
superiore rispetto al bulbo aortico.
La
terapia
nelle forme lievi ed asintomatiche non è necessaria ad
eccezione della profilassi dell’endocardite batterica. Nelle forme
medio-gravi si utilizzano vaso dilatatori (Ace inibitori) per mantenere
il compenso ipertrofico, nei casi di depressione della contrattilità
inotropi positivi (digitale), eventualmente e con cautela diuretici in
caso di stasi polmonare.
La terapia chirurgica è limitata ai casi gravi
e si avvale principalmente di protesi valvolari, viene anticipata in
epoca precoce in caso di insufficienza valvolare sostenuta da
alterazioni dilatative del bulbo aortico.
Le forme di insufficienza aortica acute rappresentano una emergenza e
necessita di terapia chirurgica.