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LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA (LMA)
La leucemia
acuta mieloide colpisce prevalentemente la popolazione anziana con
picco di
insorgenza di 60-65 anni.
Trattasi di
è una patologia neoplastica del sistema emopoietico dovuta a
trasformazione
neoplastica di una
cellula staminale già
differenziata verso la linea mieloide, che prolifera in modo autonomo
ed
incontrollato e che va incontro a blocco maturativo, perdendo la
capacità di
ulteriore differenziazione con impossibilità di produrre cellule mature
ed
accumulo di blasti in circolo.
Può essere
primaria quando insorge de novo o secondaria quando deriva da
esposizione a
sostanze leucemogene o da altre patologie.
Il blocco
maturativo non consente la produzione di prodotti maturi delle tre
linee
mieloidi (granulocitomonocitaria
piastrinica
eritrocitaria) e determina insufficienza midollare che si
palesa con:
Anemia:
generalmente normocromica e normocitica, che si
manifesta con
astenia, facile
affaticabilità, cardiopalmo e dispnea da sforzo
Piastrinopenia
causa di
emorragie che
si manifestano con porpora, ecchimosi,
epistassi, gengivorragie ed emorragie retiniche (disturbi del visus)
Neutropenia: si manifesta
con aumentata suscettibilita alle
infezioni con
possibile
esito in setticemia.
I segni e
sintomi della mancanza dei prodotti maturi delle tre linee mieloidi
posssono
presentarsi tutti insieme o essere prevalenti o esclusivi e con gradi
di
gravità differenti tra loro dando quadri clinici molto variabili ed
eterogenei.
Il clone
neoplastico che si accresce ed aumenta le dimensioni può inoltre
determinare un
effetto massa con
dolori
ossei.
Le cellule
leucemiche inoltre liberano mediatori chimici dell’infiammazione che
possono
determinare
sintomi
generalicome
febbre, calo ponderale, anoressia e sudorazioni.
I blasti
neoplastici si e si riversano nel sangue e possono anche infiltrare
gli organi linfoidi e
altri tessuti
corporei, più spesso fegato milza e linfonodi con epatomegalia,
splenomegalia, linfoadenomegalia e danno d’organo.
All’
emocromo
risulta evidente una notevole leucositosi con globuli bianche che
arrivano
anche fino ad alcune centinaia di migliaia. In rari casi la leucositosi
può
anche mancare. Dirimente è la presenza di
blasti mielodi nella formula
leucocitaria (assenti in condizioni fisiologiche), la cui
morfologia può dare
indicazioni sul tipo di leucemia acute mielode, per determinare la
quale si
rende però necessario l’esame del midollo osseo.
All’esame
del
midollo osseo
si evidenzia ipercellularità con scomparsa del tessuto
adiposo ed infiltrazione neoplastica variabile dal 30% a tutto al
midollo.
Sulla base
delle caratteristiche morfologiche, istochimiche ed antigeniche è
possibile
individuare la linea differenziativa delle cellule leucemiche.
Secondo la
classificazione FAB le leucemie acute mieloidi, in base alle loro
caratteristiche
morfologiche, istochimiche ed antigeniche si distinguono in:
LMA MO
leucemia mieloide
acuta indifferenziata:
blasti privi di granulazioni e corpi di Auer, con reazioni citochiniche
(MPO e
Sudan) negative con solo positività per marker mieloidi CD13, CD33,
MPO7, nel
20% delle cellule
LMA M1
leucemia mieloide
acuta senza
maturazione: blasti privi di granulazioni, Sudan e MPO positivi in
almeno il
3%, positività per marker mieloidi CD13, CD33, MPO7, cromatina fine e
componente granulocitaria non oltre il 20%.
LMA M2
leucemia mieloide
acuta con maturazione:
rispetto alla precedente i blasti presentano maggiore complessità
strutturale,
con comparsa di granulazioni azzurrofile, corpi di Auer, evidenti
nucleoli,
componente granulocitaria oltre il 10% e monocitaria non oltre il 20%.
LMA M3
leucemia mieloide
acuta promielocitica:
costituita per la maggior parte promielociti con numerosissimi
bastoncelli di
Auer e MPO intensamente positiva. Clinicamente si caratterizza per la
presenza
di CID, dovuta ad attività procoagulante dei granuli, che si manifesta
con
sinomatologia emorragica importante. E’ riscontrabile una traslocazione
cromosomica 15-17 che porta alla formazione di un gene di fusione
comprendente
il recettore per l’acido retinoico (utile per la terapia).
LMA M4
leucemia mieloide
acuta
mielomonoblastica: caratterizzata dalla presenza contemporanea di
cellule
tumorali che esprimono antigeni della linea granulocitaria (CD 15) e
monocitaria (CD 14) in percentuale superiore al 20% per entrambi, con
percentuale
di blasti I e II inferiore al 20%.
LMA M5
leucemia >mieloide
acuta monoblastica
monocitica: fenotipicamente associata a cellule della linea monocitaria
presenti in percentuale superiore all’80%. Viene ulteriormente in
scarsamente
differenziata (5a) e differenziata (5b) in base al fatto che le cellule
della
linea monocitaria siano i monoblasti per una percentuale superiore o
inferiore
all’ 80%. >E’
caratterizzata da elevata
proliferazione e massa notevole, si accompagna ad epatomegalia,
splenomegalia e
linfoadenomegalia, infiltrazione gengivale inreressamento di cute e più
raramente SNC. I monoblasti leucemici producono grande quantità di
lisozima.
LMA M6
leucemia acuta eritroblastica: caratterizzata dalla presenza di almeno
il 50%
di cellule neoplastiche con caratteristiche eritroidi, più spesso
secondaria a
sindromi mielodisplastiche
LMA M7
leucemia acuta megarioblastica: caratterizzata dalla presenza di almeno
il 50%
di cellule neoplastiche con caratteristiche megacariocitarie, con
fibrosi
midollari e rari blasti circolanti. Clinicamente sempre presente
anemia,
piastrinopenia e leucopenia gravi.
Le leucemie mieloidi
acute del tipo M3 ed M4
hanno prognosi più favorevole rispetto agli altri.
I tipi M0, M5, M6 ed M7
sono associate a
prognosi sfavorevole.
Altri fattori prognostici
negativi sono età
superiore ai 60 anni, leucocitosi superiore a 30.000 mm
3,
coinvolgimento extra midollare, leucemia secondaria.
La terapia
prevede due fase.
La prima fase di
terapia
di induzione con agenti citotossici (citosina arabinoside +
antracicline)
al fine di eradicare, o quantomeno ridurre ai minimi termini la
popolazione
leucemica e consentire alla cellule staminali normali di ripopolare il
midollo. Alla terapia di induzione è opportuno associare
terapia
di
supporto per la pancitopenia con trasfusioni, fattori
procoagulanti, antibioticici,
immunoglobuline, trattamento anti-iperuricemico, isolamento del
paziente in
ambiente sterile.
La seconda fase,
in base fattori prognostici, risposta alla terapia ed attività di
malattia ha
come opzioni terapeutiche: nessuna terapia, continuazione delle
polichemioterapia , trapianto.