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LEUCEMIA LINFOIDE ACUTA (LAL)


La leucemia linfoide acuta è una patologia linfoproliferativa dovuta a trasformazione neoplastica di cellule staminali già commissionate per la linfopoiesi con proliferazione incontrollata dei linfoblasti che sostituiscono la normale emopoiesi, circolano nel sangue periferico e infiltrano altri organi e tessuti.
Per i 2/3 si tratta di linfoblasti della linea maturativa dei linfociti B.
E’ la neoplasia più frequente dell’età pediatrica, colpisce prevalentemente bambini e giovani adulti ed è rara nell’adulto.
In oltre il 60% nelle leucemie linfatiche acute è possibile identificare alterazioni genetiche alla base del processo trasformativo. Sono per la maggior parte traslocazioni cromosiimiche che portano a deregolazione di geni normali o, più spesso a formazione di geni di fusione che trascrivono proteine chimeriche aberranti, alcune delle quali hanno prognosi sfavorevole.
Tra le traslocazioni a prognosi sfavorevole c’è da segnalare il cromosoma Philadelphia, che è l’alterazione genomica più frequente nella LAL dell’adulto. Proprio come nella leucemia mileoide cronica l’alterazione è dovuta a traslocazione reciproca dei cromosomi 9 e 22 che porta alla formazione del gene di fusione Bcr-Abl. La differenza tra le due è nella regione di taglio con il gene di fusione della leucemia linfatica acuta che da origine ad una proteina chimerica più corta (p190) con un potere trasformante più elevato.  (in LCM c’è invece la p210).

Le manifestazioni cliniche dipendono da:
L’emocromo mostra evidente linfocitosi (da 10.000 a 100.000/mm3) con caratteristica presenza in circolo di blasti, spesso, ma non sempre anche anemia e piastrinopenia.

Sulla base delle caratteristiche morfologiche, secondo la classificazione FAB, si distinguono tre citotipi di leucemia linfoide acuta:


Oltre alla caratteristiche morfologiche è necessario lo studio delle caratteristiche immuno fenotipiche per la tipizzazione B e T e l’identificazione degli stadi maturativi del clone trasformato:


La prognosi della leucemia acuta linfoide è migliore nel bambino (guarigione nel 60% dei casi) che nell’adulto (25-30% di guarigione).

La terapia è farmacologica con chemioterapici antiblastici per almeno due anni, suddivisa in fase di induzione (CCS, vincristina e antracicline), consolidamento e remissione (stessi della fase di induzione + methotrexate, ciclofosfamide e citosina arabinoside) , associata a profillassi per il SNC (antiblastici intratecali).

*meningosi leucemica interessamento leucemico del SNC ad espressione variabile da cefalea, nausea e vomito “sine causa”, paralisi isolata di nervi cranici, fino ad arrivare a quadri gravi come convulsioni e coma.
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