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Diagnosi di ipertiroidismo


Per porre diagnosi di ipertiroidismo è sufficiente il riscontro di elevati livelli di T3 e T4.
Poiché ci sono molte cause responsabili di tiroidismo è necessario andarne a stabilire l’eziologia in modo da trattare e risolvere anche la causa se possibile.

La valutazione del TSH consente di distinguere le patologie proprie della tiroide da quelle dell’asse ipotalamo-ipofisi responsabile della stimolazione tiroidea.
Se il TSH è elevato la causa che determina l’ipertiroidismo è riconducibile ad un eccessivo stimolo da parte dell’asse ipotalamo-ipofisi.

Poiché l’ipofisi viene stimolata dal THR di produzione ipotalamica, quando il THR è elevato il danno è nell’ipotalamo, quando è basso nell’ipofisi e bisognerà quindi indagare i relativi distretti.
L’ipofisi risponde ad incrementi degli ormoni tiroidei diminuendo il TSH per far si che la tiroide sia privata dello stimolo, non produca più ormoni ed i livelli di T3 e T4 rientrino nella norma; per tanto nelle condizioni primariamente tiroidee con asse ipotalamo-ipofisi funzionante si ha una riduzione del TSH.

Una volta appurato che la causa dell’ipotiroidismo è primariamente tiroidea si passa allo studio di immaging della ghiandola per la differenziazione delle varie cause.

Tramite lo studio ultrasonografico della tiroide (ECO) è possibile valutarne dettagli morfologici, eventuali presenze di formazioni nodulari, con biopsia ecoguidata delle lesioni sospette per neoplasia, la vascolarizzazione e l’eventuale presenza di calcificazioni.

La scintigrafia consente di individuare le aree funzionalmente attive da quelle inattive, le aree iperfunzionanti captano molto di più ed appaiono come noduli caldi, quelle non funzionanti non captano il m.d.c. iodato e risulterano come fredde. E’ possibile quindi distingure l’iperproduzione diffusa (ubiquitaria diffusione del m.d.c), uninodulare (presenza di un solo nodulo caldo), multinodulare (più noduli caldi).

Per maggiori dettagli morfologici, vascolari, funzionali e per lo studio dei rapporti con gli organi viciniori è di aiuto anche la RMN considerata indagine di III livello.

Terapia degli ipertiroidismi

I presidi terapautici da adottare in caso di ipertiroidismo sono di tipo medico, radiometabolico e chirurgico.

Per le forme lievi di ipertiroidismo, non da causa neoplastica, si possono somministrare tiouracile che inibendo la TPO riduce la produzione di ormoni eventualmente associato a perclorato che favorisce l’eliminazione dello iodio.

In caso di fallimento della terapia medica si può ricorrere alla terapia radiometabolica che consiste nella somministrazione di un radiofarmaco veicolato dallo iodio. La presenza dello iodio indirizza il radiofarmaco nelle cellulle metabolicamente più attive che hanno bisogno dello iodio per la produzione di ormoni, determinando una distruzione selettiva di tali cellule.

La terapia chirurgica (tiroidectomia) è uno dei cardini della terapia dei tumori della tiroide ma si utilizza anche nei pazienti con ipertiroidismo non neoplastico dove fallisce la terapia radiometabolica (o che la rifiutano) ed in quei casi dove si ha un gozzo di grandi dimensioni (superiore ai 4 cm.) che determina compressione meccanica delle strutture vicine (disfagia, disfonia, dispnea).
Ovviamente dopo la rimozione chirurgica della tiroide i pazienti non sono più in grado di produrre ormoni tiroideii autonomamente, diventano ipotiroidei e devono essere sottoposti a terapia sostitutiva con eutirox.
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