Si definisce blocco
seno atriale il patologico abbassamento della
frequenza cardiaca sostenuto da una deficitaria conduzione dell’impulso
dall’atrio al ventricolo.
Il blocco atrio ventricolare è classificato in tre gradi a seconda
della gravità:
Blocco atrio ventricolare di 1°
grado: rallentamento della conduzione atrio ventricolare
con
allungamento del PR (PR superiore a 0,20 negli adulti e 0,18 nei
bambini); il QRS è spesso stretto ma talvolta può essere normale. Il
difetto conduttivo è quasi sempre a livello del nodo AV, ma raramente
può essere localizzato anche a livello della conduzione atriale o del
fascio di His.
Blocco atrio ventricolare di 2°
grado: bradicardia intermittente dovuta alla
mancata progressione di alcuni impulsi dall’atrio al ventricolo, gli
impulsi non trasmessi sono caratterizzati elettrocardiograficamente
della mancanza del complesso QRS.
I blocchi atrio ventricolari di II
grado si distinguono ulteriormente in:
Blocco atrio ventricolare di 2°
grado tipo Wenckebach: la mancata progressione
dell’impulso dall’atro al
ventricolo è episodica e si caratterizza per la presenza di una “fase
preparatoria” al salto dell’impulso con all’ECG un allungamento
progressivo del tratto PR nei cicli che precedono la scomparsa del QRS.
Il primo PR, seguente alla scomparsa del QRS è breve. Il blocco è
generalmente prehissiano (prima del fascio di His).
Blocco atrio ventricolare di 2°
grado tipo Mobitz II:
la mancata progressione dell’impulso dall’atrio al ventricolo è
episodica ma improvvisa senza allungamento del PR prima della scomparsa
del QRS all’ECG. IL blocco è spesso intrehissiano localizzato più
frequentemente a livello del fascio di His prossimale, talvolta può
essere sottothissiano.
Blocco atrio ventricolare di 2°
grado tipo 2:1: la mancata progressione di un impulso ogni
due con rapporto
tra conduzione atriale e ventricolare di 2:1. All’ECG successione di un
ciclo con QRS ed uno senza.
Blocco atrio ventricolare di 2°
grado tipo avanzato: si caratterizza per la mancanza
progressione al
ventricolo di due o più impulsi consecutivi con rapporto tra conduzione
atriale e ventricolare maggiore di 2:1, spesso 3:1 o 4:1, talvolta
anche 4:1. All’ECG presenza di almeno due cicli senza QRS.
Blocco
atrio ventricolare di 3° grado:
si caratterizza per la totale mancata di progressione dell’impulso fra
atrio e ventricolo, può essere parossistico o stabile. Il ventricolo
primo di stimolazione elettrica acquisisce attività autonoma con altri
elementi cellulari a valle del nodo atrioventricolare (più spesso nel
fascio di His) che assumono attività di pacemaker con ritmo
ventricolare completamente indipendente da quello atriale. Il blocco di
III grado si caraterizza dunque per la triade assenza di conduzione
atrio ventricolare, ritmo di scappamento e dissociazione atrio
ventricolare.
ARITMIA
SINUSALE
Si definisce aritmia
sinusale la patologica etereogenicità della
lunghezza dei cicli sinusali con differenza tra cicli sinusali
consecutivi di almeno 0,16 secondi.
Si distinguono tre diversi tipi di aritmia sinusale:
Aritmia
Sinusale Respiratoria: si verificano cambiamenti della
lunghezza dei
cicli
cardiaci in rapporto alle fasi della respirazione con aumento della
frequenza durante l’inspirazione e riduzione durante l’espirazione. E’
un fenomeno fisiologico, soprattutto nei bambini.
Aritmia
Sinusale Non Respiratoria: è frequente negli adulti e si
associa a
disfunzione
sinusale.
Aritmia
Sinusale Ventricolofasica: si associa a blocchi
atrioventricolari di II
e III
grado. Nei BAV si ha alternanza di cicli con QRS e cicli senza. In caso
di aritmia ventricolo fasica si ha anche accorciamento dell’intervallo
PP nei cicli che contengono il QRS ed allungamento nei cicli senza QRS.
DISSOCIAZIONE
ATRIO VENTRICOLARE
Si definisce dissociazione
atrioventricolare la condizione patologica
in cui il ritmo atriale e quello ventricolare sono completamente
indipendenti l’uno dall’altro.
Il ritmo ventricolare è sostenuto
dall’acquisizione di automatismo da parte di elementi del sistema di
conduzione che assumono il pacemaker sussidiario.
Al ECG l’intervallo
PR è variabile con onda P che può presentarsi prima, durante o dopo il
QRS. Spesso ritmo atriale e ventricolare sono diversi, talora possono
essere anche simili, si parla in tal caso di dissociazione
atrioventricolare
isoritmico.