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EXTRASISTOLIE: GENERALITA'


Si definiscono extrasistolie le condizioni patologiche caratterizzate dalla presenza di battiti prematuri ectopici (extrasistoli) dovuti ad attivazione automatica di cellule che producono un impulso indipendente.
In base alle loro caratteristiche vengono distinti in isolati o a coppie (una sola extrasistole o due consecutive), rari o frequenti, monomorfi o polimorfi (extrasistoli con la stessa morfologia o etereogenee).
Talvolta le extrasistoli possono essere costanti e parallele al normale ritmo sinusale; si parla in tal caso di battito bigemino.
In base al luogo in cui originano i battiti ectopici si distinguono in extrasistoli atriali, giunzionale o ventricolari.


EXTRASISTOLI ATRIALI


Si definiscono extrasistoli atriali i battiti ectopici a partenza dall’atrio che possono originare da qualsiasi punto di entrambi gli atri.
All’ECG si ha anticipo dell’onda P (aumento dell’intervallo PR oltre i 120 ms) con morfologia differente rispetto all’onda P sinusale.
Se il battito è molto precoce l’onda P può non essere visibile e mascherata dall’inda T che risulta deformata.
Le extrasistoli atriali vengono distinte in condotte o non condotte a secondo della loro capacità di propagarsi o meno al ventricolo.
Se l’impulso ectopico prodotto dall’atrio destro giunge al nodo del seno quando questo è in periodo refrattario non si ha passaggio al ventricolo con assenza del QRS.
Spesso l’extrasistole oltre a propagarsi al ventricolo raggiunge anche il nodo del seno scaricandolo, in tal caso la somma degli intervalli PP prima e dopo l’extrasistole e minore della somma degli intervalli sinusali.
Le extrasistoli atriali sono molto frequenti, presenti in oltre il 60% degli adulti, di norma asintomatiche e benigne, talvolta possono determinare modeste palpitazioni o addirittura innescare tachiaritmie sopraventricolari parossistiche.


EXTRASISTOLI GIUNZIONALI


Si definiscono extrasistoli giunzionali i battiti ectopici a partenza della giunzione atrio ventricolare, di norma dalla parte prossimale del fascio di His.
Si ha quindi eccitazione ventricolare in assenza di quella atriale con all’ECG presenza di QRS a morfologia normale, non preceduto da onda P; l’inda P, per conduzione retrograda dell’impulso dal ventricolo all’atrio, può essere invertite e seguente al QRS nelle derivazioni inferiori.


EXTRASISTOLI VENTRICOLARI


Si definiscono extrasistoli ventricolari i battiti ectopici a partenza dai ventricoli.
La presenza dell’extrasistole ventricolare è identificabile ell’ECG con la presenza di QRS ampi (superiori a 140 millisecondi) e di forma bizzarra, non preceduti da onda P con onda T allargata ed orientata in senso opposto rispetto al QRS ectopico.

Di norma non si ha conduzione retrograda dell’impulso ectopico senza coinvolgimento delle strutture sopraventricolari con una pausa ventricolare compensatoria completa caratterizzata da intervallo RR post extrasistole pari a 2 RR sinusali.
Talora si può avere conduzione retrograda all’atrio con presenza di onde P invertite e pausa compensatoria incompleta (intervallo RR post extrasistole minore di 2 RR sinusali). Altre volte si può avere conduzione anterograda che però non arriva all’atrio e si ferma al nodo atrioventricolare in fase refrattaria con sovrapposizione di reperti ECG simili al blocco atrioventricolare di I grado.

In base al numero di focolaio ectopici le extrasistolie ventricolari vengono distinte in monofocali (un solo focus ectopico) o multifocali (più focolai ectopici).
In base alla morfologia del complesso QRS le extrasistoli vengono definite monomorfe quando i complessi QRS ectopici sono tutti uguali tra di loro o polimorfe quando i complessi QRS ectopici sono eterogenei tra loro.

In relazione all’esistenza o meno di un rapporto temporale delle extrasistoli tra loro o con il normale ritmo sinusale si distinguono in:
Le extrasistoli ventricolari sono molto comuni nei soggetti normali, nei quali sono di spesso silenti e non si associano ad un aumentato rischio di mortalità, nel soggetto post infartuato o cardiopatico rappresentano invece un fattore di rischio indipendente di mortalità, rappresentando un segno prognostico negativo, specialmente se sono complesse e precoci.


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