L’evento patogenico considerato il primum movens per la sondrome metabolica è l’obesità viscerale, quella di tipo androide (la panza!) che è metabolicamente più attivo, con lipolisi più spiccata rispetto agli altri tipi di grasso.
L’esaltata lipolisi determina un aumento degli acidi grassi non esterificati che consumano HDL per essere trasportati al, luogo di sintesi delle lipoproteine, che a sua volta li complessa con le apopretine e determina aumento dei grassi circolanti (dislipidemia con aumento di LDL, colesterolo e trigliceridi).
Le cellule periferiche, per evitare di incamerare troppo grasso (che sarebbe pericoloso per liponecrosi) attuano dei meccanismi di riduzione dell’attività recettoriale in modo da divenire meno sensibili all’insulina, si instaura così insulino resistenza periferica che è meccanismo patogenetico importante per lo sviluppo di diabete.
Nel soggetto obeso inoltre si hanno eleveti livelli di leptina e leptino resistenza (come visto nell’obesità).
La leptina attiva il Sistema nervoso autonomo che agisce anche a livello renale e sul tono vascolare determinando ipertensione arteriosa.
I soggetti obesi sviluppano quindi nel tempo dislipidemie, diabete ed ipertensione.
Tale associazione è nota come sindrome metabolica, ma in realtà i criteri della sindrome metabolica sono leggermente più bassi, poiché l’associazione di queste patologie aumenta esponenzialmente il rischio cardiovascolare i criteri diagnostici sono leggermente inferiori.
Si difenisce sindrome metabolica la presenza di almeno 3 tra i seguenti cirteri:
Circonferenza addominale
Uomo ≥ 102 cm.
Donna ≥ 88 cm.
Glicemia a digiuno
≥ 100 mg/dl
Pressione arteriosa
≥ 130/85 mmHg
Trigliceridi
≥ 150 mg/dl
HDL
Uomo ≤ 40 mg/dl
Donna ≤ 50 mg/dl
Si noti la differnza di tali criteri con i criteri diagnostici delle singole patologie:
Sindrome Metabolica
Diabete
Glicemia a digiuno
≥ 100 mg/dl
≥ 126 mg/dl
Sindrome Metabolica
Ipertensione Arteriosa
Pressione Arteriosa
≥ 130/85 mmHg
≥ 140/90 mmHg
Sindrome Metabolica
Dislipidemie
Trigliceridi
≥ 150 mg/dl
≥ 200 mg/dl
Questo perchè la contemporanea presenza di tali alterazioni aumenta esponenzialmente il rischio cardiovascolare.
Ad esempio:
un soggetto con 170 mg/dl di trigliceridi non è ipertriglicedemico, sono altini, è border-line (il valore deisderabile è < 160 ) ma non ipertriglicedemico (il valore patologico è > 200) enon viene trattato come un ipertriglicedemico.
un soggetto con glicemia di 110 mg/dl non è diabetico, ha solo un alterata glicemia a digiuno e come tale viene trattato non come diabetico.
un soggetto con pressione arteriosa di 135/85 mmHG non è iperteso, meglio una pressione più bassa ma non è iperteso non si tratta come un iperteso.
Sono quadri che presi singolarmente vanno monitorati perchp sono border-line, ma di fatto considerabili nella norma!
Se le 3 cose sono contemporaneamente presenti (soggetto con 170 mg/dl di trigliceridi, 110 mg/dl di glicemia a digiuna e pressione di 135/85) il paziente ha la sindrome metabolica e si tratta come se avesse contemporaneamente diabete, ipertensione ed ipertriglicedemia