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Terapia del Diabete
Il diabete mellito è una patologia cronica, per definizione inguaribile, ma è importante tenere sotto controllo la glicemia per evitare le complicanze acute e prevenire le croniche.
Gli obiettivi della terapia sono:
- Glicemia a digiuno < 110 mg dl a digiuno
(nei soggetti diabetici da anni anche < 100)
- Glicemia post prandiale < 140 mg/dl 110 a digiuno
- HB glicosilata < 7,5 %
Il
diabete mellito di tipo I richiede da subito il trattamento insulinico, nel diabete di tipo 2, fin tanto che è conservata una residua funzionalità beta pancreatica, l’insulina non è necessaria, lo diventa però con il progredire della mallattia.
Il diabete di tipo I è sostenuto da una aggressione autoimmunitaria del pancreas, se viene diagnosticato prima che le cellule beta pancreatiche del pancreas perdano la loro funzione, in presenza di positività anticorpale, un
trattamento cortisonico può proteggere il pancreas dagli autoanticorpi e rallentare la pogressione del danno insulare, talvolta si può avere anche una regressione (periodo chiamato luna di miele), ma è solo temporanea, il diabete si manifestarà comunque ma più tardi.
Il primo intervento da farsi nel diabete è quello della correzione delle
abitudini alimentari.
Contrariamente a quanto si pensi e quanto si faceva fino a qualche tempo fa la dieta non è affatto restrittiva: il soggetto diabetico necessita dello stesso apporto calorico del soggetto non diabetico (36 kcal/kg per gli uomini e di 34 kcal/kg per le donne secondo la Food and Nutrition Board) la metà del quale (50-55%) assunto tramite cariboidrati!
Il problema dei carboidrati è il rapido assorbimento che fa impennare glicemia e glicosuria, vanno per tanto limitati gli zuccheri a rapido assorbimento (glucosio e saccarosio) privilegiando carboidrati complessi ad assorbimento lento (amido).
Importante è l’introito di fibre, soprattutto quelle idrosolubili che rallentano l’assorbimento degli zuccheri, tra queste le più utili sono quelle gelatinose contenute ad es. nei legumi. Sono anche disponibili delle preparazioni farmaceutiche di fibre gelatinose appositamente studiate per ritardare l’assorbimento degli zuccheri.
Le proteine devo costituire un 15-20% dell’aporto calorico, privilegiando le proteine animali, ricche di aminoacidi essenziali.
La quota rimanente (25-30%) deve essere costituita da grassi di origine vegetale ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi.
Qualora il soggetto diabetico sia anche obeso, la dieta deve invece essere ipocalorica con una riduzione dell’introito giornaliero di calorie.
Questo in linea generale, la dieta va individualizzata da individuo ad individuo e tarata sulle esigenze nutrizionali tenendo conto anche del consumo energetico connesso alle attività del paziente, sport, lavoro, hobby etc. consumano calorie.
Lo
sport va consigliato a tutti i soggetti diabetici che siano in grado di farlo, deve essere un’attività di tipo aerobico che porti benefici sia metabolici che cardiovascolari.
Tra i presidi farmacologi abbiamo a disposizione l’insulina e gli antidiabetici orali.
L’
insulina è una terapia sostitutiva che sopperisce alla carenza di produzione endogena, si somministra sottocute.
Ne esistono di diversi tipi che vengono schemitcamente distinti in base alla durata d’azione in:
- Insuline a breve durata: inizio azione in 30 minuti, picco in 2-4 ore, durata totale di 6-8 ore, alcune definirte semilente hanno inizio azione in 1 ora, picco in entro 4-6 ore e durata d’azione di circa 12 ore.
- Insuline a durata intermedia: inizio azione in 1-2 ore, picco tra 5-8 ore, in alcune anche 6-10 ore, e durata di circa 18-24 ore.
- Insuline a durata lunga: inizio in 3 ore, picco in 8-12 ore (per alcune anche di più), e durata di circa 30-40; alcune ultralente, complessate con lo zinco hanno durata anche di 60-80.
Il protocollo di terapia insulinica più utilizzato prevede tre dosi di insulina rapida prima dei tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) più una dose di insulina mista 80% lenta e 20% rapida da somministrarsi prima di andare a dormine (intorno alle 23 circa) per coprire la notte e prevenire l’iperglicemia da rimbalzo mattuttina.
Esistono poi anche delle preparazioni endovenose (insulina cristallina) che si somministrano in bolo ad infusione continua in caso di emergenza.
I farmaci antidiabetici orali vengono utilizzati per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 quando dieta ed attività fisica non sono sufficienti a controllare la glicemia.
- Biguanidi (metformina)
La metformina è il farmaco di prima scelta nel diabete di tipo II (efficace, sicuro e poco costoso), riduce la produzione epatica di glucosio e favorisce il suo assorbimento da parte dei muscoli. E’ controindicato in pazienti nefropatici e può evere effetti collaterali gastointestinali. Può essere usato anvhe nel diabete di tipo I.
- Sulfaniluree (glibenclamide, gliclazide, glipizide e glimepiride)
Stimolano la secrezione insulinica pancreatica e riducono la resistenza periferica all’insulina. Necessitano quindi di funziona pancreatica residua.
Sono efficaci soprattuto le controllo della glicemia a digiuno.
- Glinidi (repaglinide)
Si assume al momento dei pasti, stimola la produzione pancreatica di insulina ed agisce prevalentemente sulla glicemia post-prandiale.
la glicemia post-prandiale.
- Tiazolidinedioni (pioglitazone)
Riduce la resistenza periferica all’insulina e sopprime la produzione epatica di glucosio, sono utilizzati prevalentemente come farmaci di riserva quando non si riesce a controllare in modo adeguato la glicemia con la metmorfina e/o una sulfanilurea.
- Inibitori α-Glocosidasi (Acarbose)
Inibisce l’idrolisi di mono ed oligosaccaridi ritardando digestione ed assorbimento dei grassi, sono efficaci prevalentemente nel controllo della glicemia post prandiale. Sono di utilizzo preferenziale in soggetti anziani che presentano solo iperglicemia post prandiale o una iper glicemia costante ma lieve (tra 100 e 150 mg/dl)
- Incretine
Le incretine sono dei peptidi ormonali fisiologicamente secreti a livello gastro intestinale, in risposta alla presenza degli zuccheri, stimolano la secrezione insulinica, riducono il glucanone e rallentano svuotamento gastrico e motilità intestinale.
Tra le incretine fisiologicamente prodotte abbiamo la GLP-1 (Glucagon-like peptide 1) prodotto a livello ileale e colico che ha una emivita breve (1-2 minuti), che viene rapidamente degradata dal DPP-4 (dipeptidil-peptidasi IV).
I farmaci antidiabetici a disposizione sono gli agonisti del GLP-1 (per es: exenatide, liraglutide) e gli inibitori della DPP-4 (per es: sitagliptin, il vildagliptin e il saxagliptin).
Gli agonisti del GLP-1 sono disponibili in somministrazione sottocutanea mentre gli inibitori della DPP-4 sono disponibili in formulazioni orali anche in associazione alla metformina.
Un'altra opzione terapeutica è il
trapianto di insule pancreatiche: può essere importante per quelle forme di diabete insorte in seguito a danni vascolari del pancreas, neoplasie o altre cause secondarie di diabete mellito.
Il trapianto di pancres esocrino pone dei problemi aggiuntivi, per via del controllo della secrezione enzimatica della ghiandola.
Si preferisce quindi il trapianto delle sole insule, più efficace; le insule trapiantate vengono a volte incapsulate per renderle inerti, e sono “programmate” per rilasciare un quantitativo costante di insulina in grado soddisfare le necessità basali del paziente.
In genere, per le complicanze dovute alla terapia immunosoppressiva, viene fatto il trapianto solo nei pazienti che necessitano anche del trapianto di rene.