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Ipertensione Arteriosa
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Ipertensione arteriosa -
Complicanze Oculari
Retinopatia Ipertensiva
La parte dell'occhio maggiormente soggetta a danni per l'esposizione cronica a regimi pressori superiori alla norma è la retina, con sviluppo di
Retinopatia Ipertensiva
La retina è sensibile a vairazioni pressorie e va incontro facilmente a danni.
Il distretto retinico è osservabile agevolmente dall’oculista mediante il fondo dell’occhio, esame che è consigliato a tutti i soggetti ipertesi perchè consente di vedere le arteriole.
Le uniche arteriole visivamente osservabili con facilità sono proprio quelle dell’occhio e riflettono lo stato di compromissione di tutte le arteriole del corpo.
L'esecuzione periodica di videat oculistico con fondo dell'occhio è consigliato a tutti i soggetti ipertesi.
Le alterazioni visibili al fondo dell’occhio sono molteplici, alcune sono esclusiva espressione di retinopatia ipertensiva, altre sono legate alla senilità (importanti anche le modificazioni senili poiché spesso gli anziani sono ipertesi).
Tra le alterazioni retinica si annoverano:
- Arterie a filo d’argento: è un aumento del riflesso assiale, causato dall’ispessimento vasale è presente sia nella senilità che nell’ipertensione, nei soggetti anziani ipertesi il riflesso è maggiore
- Incroci atero-venosi: gli incroci atero-venosi sono presenti anche fisiologicamente nella retina normale, in quella dell’iperteso gli incroci assumo caratteristiche particolari con arterie ispessite epiù brillanti e vene compresse ed occluse
- Essaudati soffici o cotonosi: come quelli della retinopatia diabetica, dovuti ad infarti neuronali con stravaso di materiale neuronale
- Essaudati duri: come quelli della retinopatia diabetica dovuti a stravaso di materiale lipidico per aumentata permeabilità
- Emorragie a fiamma: emorragie in corrispondenza dei nervi
- Edema della papilla: gonfiore del disco otticco per strevaso di liquidi.
In relazione alla presenza di tali elementi la retinopatia ipertensiva si classifica secondo Keith, Wagener e Baker come segue:
- Grado I: modesti cambiamenti vascolari
- Grado II: alterazioni a filo d'argento, tortuosità e compressioni artero-venose
- Grado III: emorragie retiniche ed essaudati cotonose e/o essudati duri e lucidi
- Grado IV: emorragie retiniche, essudati e papilledema.
In un paziente iperteso le alterazioni retiniche di grado più avanzato compaiono solo in presenza di pressione diastolica superiore a
125 mmHg, mantenuta nel tempo o per inpennamenti notevoli e rapidi dei valori pressori.
Ipertensione Arteriosa -
Complicanze Renali
Nefropatia Ipertensiva
La nefropatia causata dall'ipertensione è nota come
nefropatia ipertensiva.
In realtà le interzioni tra pressione arteriosa e funzione renale sono molteplici.
L'ipertensione è sia causa che conseguenza di molte malattie renali.
L’ipertensione causa
nefroangiosclerosi già a partire da un anno dopo l’esordio dell’ipertensione arteriosa.
Le prime fasi della nefroangiosclerosi ipertensiva sono solitamente asintomatica con modeste microlabuniuria e sono reversibili con il controllo pressorio ed il ritorno a livelli di pressione arteriosa nella norma.
Il passaggio da microlabuniuria a
proteinuria è indice di lesioni non più reversibili.
Gli elevati livelli pressori determinano delle alterazioni vascolari con ispessimento e fibrosi delle arteriole renali e danni glomerulari focali con alcuni glomeruli sclerotici ed obliterari con i glomeruli residui, ancora funzionali che diventano ipertrofici.
Con il proseguire degli insulti pressori il numero dei glomeruli funzionanti si riduce fino ad avere una sclerosi totale con insufficienza renale terminale.
La progressione del danno renale aggrava l’ipertensione (attivazione del sistema renina-agiotensia) che a sua volta aggrava il danno renale, si instaura così un circolo vizioso da spezzarsi con la terapia antiipertensiva ed il ripristino di valori pressori entro i limiti della norma.
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